Recensione Amazing Discoveries in Outer Space

Galassie da esplorare, navicelle che rispondono alle leggi della fisica, sorprese e scoperte dietro ogni angolo e superficie di una galassia smisurata

Recensione Amazing Discoveries in Outer Space
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS4
  • La comunità dei giocatori è in attesa di No Man's Sky dal 2013. Sul gioco Hello Games si sono spesi fiumi di parole: è certamente un'opera che punta in alto e come tutte le opere che puntano in alto il rischio delusione è sempre in agguato. Esplorare un universo intero generato proceduralmente, di pianeta in pianeta, si preannuncia quanto mai affascinante. Resta da vedere quanto quell'universo di 18 trilioni di pianeti, ognuno con la propria flora e fauna, saprà tener desta l'attenzione degli avventurieri sul lungo periodo. Cosa c'entra No Man's Sky con Amazing Discoveries in Outer Space? C'entra, perché anche qui stiamo parlando di galassie da esplorare, di navicelle che rispondono concretamente alle leggi della fisica, di sorprese e scoperte dietro ogni angolo e superficie. Ma anche dell'intrigante rapporto tra infinitamente piccolo e infinitamente grande: c'è qualcosa di magico nel passare da una galassia intera alla superficie di un piccolo pianeta che gravita intorno alla stella madre. Scendere dalla navicella e incappare in piccoli e innocui esserini alieni; risalire a bordo e in un istante vedere la camera virtuale zoomare all'indietro, riportando ogni cosa alle sue dimensioni: non siamo che pixel di un universo senza confini.

    DISPERSI NELLO SPAZIO

    L'opera prima non si scorda mai: è probabilmente quella in cui riponi le aspettative e le speranze più sincere. Con Amazing Discoveries in Outer Space quattro sviluppatori di vecchia data si lanciano nel mercato indie con un titolo che è evidentemente più profondo di quanto non sembri a prima vista. L'antefatto è minimal: una navicella in avaria si ritrova spiaggiata sulla superficie di un piccolo pianeta. Il computer di bordo non bada ai convenevoli: l'energia residua è poca, bisogna fare attenzione a non danneggiare il velivolo, l'obiettivo è tornare a casa. Solo che il pianeta d'origine non è esattamente a due passi, dista giusto qualche anno luce. Che fare? È necessario esplorare pianeti e galassie per recuperare risorse sufficienti per tenere in vita la navicella, per far sì che il viaggio di ritorno non sia fallimentare. Amazing Discoveries in Outer Space mette in scena il fascino dell'esplorazione spaziale, con una semplicità a due dimensioni che stupisce per efficacia e immediatezza. Le galassie non sono che mappe 2D percorribili in assoluta libertà, tra pianeti che seguono la loro orbita e fasci di asteroidi. I pianeti si percorrono in 2D, con una visuale laterale che "circola" intorno alla superficie. Nei dettagli sta la ricchezza del titolo realizzato dagli svedesi di Cosmic Picnic.

    RISORSE VITALI

    Sopravvivere è il concetto chiave. Ogni galassia ha a disposizione un tot di risorse che vanno scansionate dal velivolo per "mappare" il territorio. Quando si raggiunge una determinata soglia si può compiere il salto iperspaziale e avvicinarsi di un anno luce alla propria destinazione. Dal punto di vista delle meccaniche ci sono quattro semplici step da seguire: vola di pianeta in pianeta, risparmia energia il più possibile, mappa la galassia e scopri reperti e forme di vita aliene, procedi a quella successiva.

    Sembra facile, ma non lo è affatto. In primo luogo, perché ogni cosa in Amazing Discoveries in Outer Space risponde alle leggi della fisica. Molto banalmente, sperperare energia per raggiungere un pianeta significa game over. Bisogna ingegnarsi, sfruttare le gravità e le parabole orbitali per raggiungere ogni pianeta col minor dispendio possibile di energia. Anche perché l'energia non serve solo ad alimentare i motori. Deve essere reinvestita sia per riparare la navicella - collisioni indesiderate e atterraggi burrascosi sono all'ordine del giorno - sia per rimettere in salute il protagonista. Già, perché non si tratta solo di volare ma anche di darsi al platform.

    ALLA DERIVA

    Amazing Discoveries in Outer Space centellina con arguzia le sue meccaniche. All'inizio sembra semplicemente un simulatore di esplorazione spaziale. Qualche anno luce più tardi scopri che puoi separarti dalla navicella ed esplorare a piedi i pianeti. Sui pianeti si annidano scoperte più o meno rilevanti, anche nuove astronavi da utilizzare la partita successiva. Progredendo ti viene concessa un torcia per illuminare la metà oscura del pianeta; poi ancora un jetpack, che si rivela utile sia sulla superficie, per migliorare i salti, sia nello spazio, per scansionare rottami volanti che la navicella non è in grado di mappare. In quei frangenti, quando lasci la navicella e ti lanci nelle profondità spaziali col rischio di non riuscire più ad agganciare l'astronave, provi tutta l'angoscia di Sandra Bullock in Gravity. E pensare che è "solo" un gioco 2D.
    Altri gadget vengono resi disponibili dopo qualche galassia, come il gancio per spostare massi o che consente di attraccare su satelliti abbandonati e rocce di fortuna. Il titolo Cosmic Picnic non è esattamente facile; è sì immediato nell'approccio, ma richiede pazienza per essere addomesticato.

    Bisogna realmente fare i conti con le poche risorse a disposizione e col fatto che il game over è definitivo, in puro stile roguelike. In questo senso gli sviluppatori sono stati parzialmente clementi: dopo quattro e otto anni luce (ovvero quattro e otto salti iperspaziali), per esempio, si può decidere se ripartire dall'inizio o riprendere dal checkpoint. In quest'ultimo caso, però, il punteggio non finirà nella classifica globale. Classifica che gioca un ruolo cardine per coloro che sono alla ricerca del record: più si scansionano pianeti e satelliti, più punti si accumulano. I veri amanti della sfida, quelli che aspirano a diventare sovrani dell'universo, dovranno tenere d'occhio pure la classifica online.

    L'UNIVERSO NON PERDONA

    Amazing Discoveries in Outer Space è un gioco impegnativo, ma non frustrante. Di fronte a un gioco frustrante il giocatore tende ad alzare bandiera bianca; Amazing Discoveries in Outer Space sta sempre a un passo dalla frustrazione, non varca mai quel confine. Il che significa tante imprecazioni ma anche parecchia assuefazione. Il motivetto che si attiva quando diventa possibile compiere il salto verso la prossima galassia diventerà presto la melodia più dolce della vostra giornata videoludica. Chiudete un occhio sullo zoom automatico non sempre preciso: capita sovente che la camera virtuale, impegnata a seguire le vostre peripezie in quel fascio d'asteroidi, decida di zoomare all'indietro verso la galassia intera. Potete rimettere a posto lo zoom con la croce, ma a volte può infastidire o, peggio ancora, dar vita a collisioni o distruzioni indesiderate. Non è semplice gestire un universo intero, dopotutto.

    Amazing Discoveries in Outer Space Amazing Discoveries in Outer SpaceVersione Analizzata PlayStation 4Amazing Discoveries in Outer Space finisce dritto nella categoria dei giochi hardcore. È un titolo che mescola parecchie influenze con inaspettata armonia. È difficile, ma solo perché non perdona il benché minimo errore. La frustrazione sembra costantemente dietro l’angolo. Eppure, complici il fascino dell'esplorazione spaziale e il piacere della scoperta, finisci che rimani intrappolato nella sua orbita, in loop, in attesa della prossima galassia. È un gioco decisamente non per tutti. La varietà di approcci e le numerose meccaniche, solo a prima vista immediate, rivelano chiaramente il target dell'opera prima di Cosmic Picnic: un pubblico navigato in grado di apprezzare appieno la natura stratificata dell'esperienza. Ci vogliono dedizione e tanta sana pazienza: se credete di essere pronti, l'universo vi attende.

    7.4

    Che voto dai a: Amazing Discoveries in Outer Space

    Media Voto Utenti
    Voti: 0
    ND.
    nd