Destiny 2 Forsaken: Recensione della nuova espansione I Rinnegati

I Rinnegati è l'espansione che ha inaugurato l'Anno 2 di Destiny 2: dopo due settimane di prova sul campo, ecco il verdetto definitivo.

Destiny 2: I Rinnegati
Recensione: PlayStation 4
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Quando si recensisce una "major release" di Destiny, che sia un capitolo inedito, uno dei DLC stagionali, oppure ancora un'espansione massiccia come I Rinnegati, si tende ad aspettare, convenzionalmente, l'uscita del nuovo Raid. Fin dall'inizio, del resto, le Incursioni hanno rappresentato il vertice dell'esperienza Endgame del prodotto, distinguendosi come le attività più complesse, impegnative e strutturate. A dirla tutta, per come la Volta di Vetro o Furia Meccanica hanno interpretato l'idea di attività cooperative in un FPS, si potrebbe persino dire che i Raid di Destiny hanno scritto una pagina a suo modo indimenticabile del gaming moderno. Al momento di confrontarsi con Forsaken, ovviamente, sarebbe stato impossibile fare un'eccezione, e dopo l'arrivo di Ultimo Desiderio non possiamo che esser stati felici di attendere. Con la nuova Incursione Bungie ha superato sé stessa, schierando delle idee davvero incredibili sul fronte delle meccaniche di gioco, e dando il massimo anche per quanto riguarda il fascino delle ambientazioni. Non solo: come vedremo, il team di Seattle è riuscito a dare al Raid un rilievo tutto nuovo all'interno del mondo di Destiny, legando il suo completamento ad un'evoluzione di certe aree, ed all'apparizione di nuove attività.
    Eppure, concedeteci un "Azzardo": possiamo dire che nel caso specifico de I Rinnegati un giudizio di massima potesse arrivare anche prima di aver dato un'occhiata alla battaglia con Riven dalle Mille Voci. Forse il motivo è che la situazione con la versione "vanilla" di Destiny 2 è stata così disastrosa (e solo parzialmente corretta dall'arrivo di Warmind) che il cambio radicale operato da Forsaken bastava a decretare il successo dell'espansione. O forse perché dopo due settimane il percorso verso il level cap è tutt'altro che terminato, ed anzi per alcuni può dirsi appena iniziato. O forse ancora perché la qualità dei nuovi contenuti (destinazioni, assalti, modalità) è così dirompente che è inevitabile complimentarsi con i ragazzi di Seattle, anche al netto degli svarioni dello scorso settembre.
    Sia quel che sia, ormai possiamo dirlo senza timor di smentita: I Rinnegati è il miglior contenuto mai prodotto in seno al grande "progetto Destiny", sogno ad occhi aperti per tutti i giocatori di vecchia data, e grande occasione per tornare a popolare i server dello Shared World Shooter di Activision.

    Dai Baroni alla Città Sognante

    Di tutto il percorso che porta all'endgame abbiamo parlato approfonditamente nei precedenti articoli dedicati a Forsaken. Abbiamo già detto, ad esempio, di essere rimasti ottimamente impressionati dal racconto e dal sistema di progressione. Forsaken comincia con una storia potente, narrata in maniera impeccabile attraverso alcune delle missioni più articolate di sempre, e valorizzata da cinematiche clamorose. Mentre diamo la caccia ai Baroni infami, sulle tracce del loro nuovo Kell, Uldren Sov, iniziamo anche a conoscere Riva Contorta, un'area eccezionale dal punto di vista del level design, capace di distinguersi da tutte le precedenti destinazioni.

    Quando la saluteremo per incamminarci verso la Città Sognante (nella speranza che Bungie trovi una scusa per riportarci nei domini del Ragno), avremo già superato il soft cap e iniziato il percorso di crescita verso il 600. Un percorso lungo, faticoso, che nessuno ha ancora completato, e che richiede una dedizioni senza precedenti.
    Grazie alla revisione delle pietre miliari ed alla reintroduzione delle taglie, Bungie è riuscita a valorizzare tutte attività, spingendo i giocatori ad affrontarle tutte quante. Non solo: il ritorno dei Random Roll fa in modo che ogni drop leggendario sia potenzialmente un grande drop, invece che "il solito oggetto viola". Arriverà, prima o poi, il momento in cui i giocatori perderanno interesse negli engrammi, ma quel momento è ancora molto, molto lontano.
    L'aggiunta degli Engrammi Sublimi è un serio incentivo a tornare sui server ogni giorno, magari per dedicarsi alle attività più "chiassose", ovvero il Pozzo Cieco o il vecchio Protocollo d'Intensificazione. Certo, l'orda di infami risvegliata all'interno del Blind Well avrebbe bisogno di una struttura un po' meno meccanica, ma di fronte alla qualità di tutto il resto possiamo pure chiudere un occhio. Il punto è che tutti i meccanismi appena descritti, dai Prime Engram ai Perk casuali, passando ovviamente per il sistema di revisione dell'infusione, delle mod e dei prodigi, hanno creato un sistema finalmente efficace, duraturo, funzionale. Il Re Dei Corrotti c'era andato molto vicino, ma non aveva mai raggiunto questi livelli, in cui il farming non è mai becero e l'attività quotidiana è varia e incentivata.
    Non basta: anche sul fronte squisitamente ludico i passi avanti sono avvertibili. La revisione del sistema di armi ha preso i proverbiali "due piccioni", in questo caso potremmo dire con uno Shotgun. Adesso l'esperienza di shooting è più vivace, diversificata e movimentata anche in PvE, e in PvP il meta si è finalmente scombussolato. Ci sono ancora degli aggiustamenti da fare, e alcuni esotici sembrano davvero "gamebreaking" (la Maschera Mono-Occhio, per dirne una), ma la situazione attuale è immensamente migliore rispetto al passato, e finalmente i loadout delle partite competitive tornano ad essere ben diversificati.

    Sempre in tema di gameplay, l'introduzione degli archi è un'aggiunta più che gradita, funzionale in tutte le modalità e preziosa per chi abbia voglia di esplorare i ritmi e la cadenza delle nuove armi. La novità più importante, in tema di contenuti, resta però Azzardo. Ibridando meccaniche PvP e PvE, Gambit è un'opzione vincente, stimolante e impegnativa soprattutto per i team affiatati: una modalità serrata e tesa dall'inizio alla fine, diversivo perfetto da alternare alla routine di pattuglie, taglie e pietre miliari.

    Tutto, insomma, è al posto giusto. Persino le nuove Collezioni e i Trionfi sono una manna dal cielo, sia per i completisti, sia per chi vuole approfondire la lore di Destiny 2, finalmente espansa da una mole importante di testi. Quest'ultimo aspetto potrebbe sembrare secondario, ma chi gioca al titolo Bungie fin dalle origini sa che non lo è affatto: la fantasia dei giocatori e della community è sempre stata stimolata dalle lunghe descrizioni del Grimorio, ed il trasporto nei confronti delle attività endgame, dei set, delle armi, delle storie, è calato drasticamente proprio quando sono spariti tutti i paratesti. Per fortuna Bungie è tornata sui suoi passi, disinnescando anche l'ultima delle sciocchezze imputabile alla versione base del secondo capitolo.

    Esprimi un desiderio

    Nelle prime ventiquattro ore dall'uscita del Raid soltanto due team sono riusciti a completare Ultimo Desiderio. L'uccisione di Riven e la successiva fuga dalle profondità in cui era nascosto l'ultimo degli Ahamkara hanno richiesto ai prodi Guardiani un impegno continuativo di quasi venti ore. Basti questo per capire che non c'è mai stata, nella storia di Destiny, un'incursione tanto complessa e stimolante. Last Wish è un capolavoro di design, un'impresa esaltante ed una sfida senza precedenti. Tutti gli incontri sono ben caratterizzati, le fasi ispirate e soverchianti.

    Ogni singola sfida richiede mobilità e soprattutto coordinazione, dinamismo e capacità di adattamento; tutte hanno una fase di danno ben distinta e soddisfacente, tutte un nemico riconoscibile e spietato. Dentro ci sono puzzle ambientali, prove di destrezza, corse affannose e terribili, avversari titanici come fu Oryx. Per capire se Ultimo Desiderio sopravviverà alla prova del tempo, ovviamente, bisognerà aspettare un bel po', ma allo stato attuale dei fatti questa Incursione ribadisce quali risultati può raggiungere il team di sviluppo quando è focalizzato sulla sua visione originale.
    Il Raid, come dicevamo in apertura, è stato importante anche per un altro motivo. Al primo completamento da parte della community, qualcosa nella Dreaming City è cambiato. Si tratta, al momento, di cose di poco conto: c'è una nuova missione che permette di scoprire qualche dettaglio in più sulla storia degli Insonni, e le Tecnidi liberate dal giogo di Riven si aggirano per la loro Città, pronte a dispensare consigli "turistici" ai Guardiani, insegnando loro le tradizioni del popolo che hanno giurato di proteggere.

    C'è anche un nuovo Assalto, La Corrotta, che è a mani basse il più bello mai concepito, infinitamente superiore per struttura e impatto scenico anche all'ottimo Pyramidion. Forse sarebbe stato bello avere delle modifiche più visibili, ma l'idea di un mondo che si evolve grazie alle azioni della community è semplicemente meravigliosa. Anche chi non ha ancora messo piede nell'Incursione, in qualche modo, viene messo al corrente della grande impresa, si sente partecipe e coinvolto. Non solo: gli equilibri della Città Sognante saranno modificati ancora e ancora dalle azioni dei Guardiani. La storia di Mara Sov proseguirà, e prima o poi (ce lo dicono alcuni Trionfi) potremo incontrarla nel piano astrale in cui adesso risiede. L'idea di distribuire i contenuti secondo questa logica è semplicemente perfetta: fare in modo che il mondo di Destiny sia scolpito anche dai suoi giocatori è il modo migliore per avvincerli, dargli uno scopo, e farli sentire, finalmente, l'elemento più importante.

    Destiny 2: I Rinnegati Destiny 2: I RinnegatiVersione Analizzata PlayStation 4 ProDestiny 2 ha definitivamente chiuso la brutta parentesi inaugurata da Ghaul e dalla Guerra Rossa: l'assalto dei Cabal al Viaggiatore, l'insipido Raid all'interno del Leviatano, il sistema di progressione rapido e incolore; è tutta storia vecchia. Bungie si riappropria finalmente della sua visione creativa, riscrive tutti gli equilibri, valorizza le sue attività, scolpisce un avanzamento molto più soddisfacente. E nel contempo ci porta alla scoperta di due aree meravigliose, e introduce una modalità (Azzardo) che per il momento non accenna a perdere mordente. Non sappiamo se sia sia merito dell'arrivo di due nuovi team (oltre a Vicarious Vision anche High Moon Studio ha iniziato a supportare Bungie), o di un deciso cambio al vertice; o ancora di un rapporto finalmente diverso con la community, più attento alle esigenze della fanbase risoluta e meno incline ad ascoltare i giocatori occasionali. Fatto sta che I Rinnegati è un contenuto che è stato capace di salvare Destiny 2 proprio mentre si trovava sull'orlo del baratro. La prova può dirsi superata da tutti i punti di vista: quantità, qualità, tenuta, stile, gameplay. Non sarebbe giusto, tuttavia, affermare che tutte le criticità sono ormai alle spalle: il team di sviluppo dovrà dimostrare di aver capito anche come affrontare la spinosa questione del supporto continuo. In questo senso sarà importante valutare la qualità delle tre espansioni che giungeranno nei prossimi mesi, soppesare l'importanza dei contenuti pubblicati gratuitamente per tutta la community, e infine capire che impatto avranno i Raid Lair nell'economia di gioco. Per una volta, tuttavia, ci sentiamo di sospendere i dubbi almeno per un po': c'è ancora tanto da fare, per raggiungere il level cap, e i segreti della Dreaming City non sono stati ancora esauriti. Speriamo che le piccole storture a livello di bilanciamento vengano corrette con le prossime patch, che spariscano i glitch, che arrivi qualche esotico in più, e che insomma Bungie corregga le piccole imperfezioni in cui ancora è possibile imbattersi. Al netto di questa speranza, però, lo ribadiamo ancora una volta: non c'è, e forse non c'è mai stato, un momento migliore per giocare a Destiny.

    8.8

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