Fade to Silence Recensione: un survival tra le nebbie dell'inverno

Dagli autori di Giana Sisters arriva un nuovo survival post-apocalittico ambientato fra le fredde nevi di un inverno perenne...

Fade to Silence Recensione: un survival tra le nebbie dell'inverno
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Dai mondi colorati del gioco di piattaforme a quelli cupi del survival post-apocalittico, il passo è tutt'altro che breve. Sono generi dalle filosofie antitetiche, e per spostarsi con nonchalance dall'uno all'altro serve una certa dose di talento, oltre che di coraggio. Due virtù che evidentemente non mancano ai teutonici Black Forest Games, al lavoro su Fade to Silence da più di un paio d'anni a questa parte, dopo aver appunto dimostrato di saperci fare con la serie platform Giana Sisters. Co-siglato da THQ Nordic, il titolo è sopravvissuto a un Early Access di Steam iniziato nell'ormai lontano 2017 ed è oggi pronto a mettere sotto torchio gli utenti PC, PlayStation 4 e Xbox One con una formula tanto sfaccettata quanto severa, come d'altronde la sua stirpe ludica ci ha oramai abituato.

    Male dentro

    "Esplora, sopravvivi e scopri il tuo passato". Non esistono parole migliori di quelle scritte al termine del tutorial di Fade to Silence per descrivere ciò che attende il giocatore una volta indossati i panni di Ash, l'eroe di questo viaggio. L'uomo è reduce da un'apocalisse che ha avuto due conseguenze piuttosto nette ed evidenti sul destino di qualunque forma abbia abitato la nostra Madre Terra. Ormai distante da come siamo abituati ad ammirarlo, il mondo è un luogo invivibile dove vige un inverno senza fine, flagello implacabile che, fra una bufera di neve e la successiva, ha ridotto il pianeta a un bianco, sconfinato cimitero. Oltre a questo, non c'è porzione del globo che non sia soggiogata da una forza maligna tentacolare, una specie di morbo rossastro in grado di corrompere qualsiasi cosa vi entri malauguratamente in contatto.

    Quando Ash si (ri)sveglia dal sonno, istigato dalla voce di un demone che solo lui può vedere e sentire, nulla del perché tutto ciò sia avvenuto viene reso esplicito. Parte dell'appeal di Fade to Silence deriva proprio dalla sua misteriosa narrazione, scomposta non solo nelle backstory del protagonista e dei pochi altri superstiti che incrocerà sul tragitto, ma anche in piccoli frammenti di flashback che emergono giocando e resistendo alle ostilità il più a lungo possibile. L'elemento narrativo resta comunque di secondaria importanza nell'economia di gioco, laddove è invece il gameplay a rappresentare il fulcro della proposta sviluppata dal team tedesco.

    Fade to Silence, l'abbiamo detto, è un survival game a tutti gli effetti, e come tale prende piede da una situazione di estrema crisi. Solo fra le macerie del suo accampamento, Ash deve dapprima ispezionare il circondario al fine di procurarsi quanto basta per provare a rimanere in vita. Avventurarsi fuori dal perimetro di casa implica una ricerca costante di legname per mantenere il fuoco acceso, di minerali e ferraglia per costruire qualche arnese primitivo, ma anche d'imbattersi negli abomini generati dall'Eclisse (lo strano patogeno di cui sopra) e, di tanto in tanto, in qualche sconosciuto che potrebbe darci manforte nella disperata lotta per la sopravvivenza.

    Sono entrambe attività fondamentali, perché in Fade to Silence il gelo, i morsi della fame e gli occasionali assalti delle forze del male sono fattori che, se trascurati, portano i personaggi a un decesso prematuro. Si tratta di pericoli che si possono arginare soltanto esplorando di continuo l'ambiente - la cui mappa è di dimensioni abbastanza generose - prima a piccoli passi, poi spingendosi sempre più in là per conquistare nuove zone di caccia e di raccolta.

    Al contempo, invitare i viandanti a far parte del proprio gruppo permette di contare su nuova "forza lavoro" che se da un lato richiede maggiore sostentamento, dall'altro può accompagnare Ash durante le spedizioni nonché contribuire alla graduale ricostruzione del campo base. Una delle anime di Fade to Silence è infatti di natura gestionale, per cui l'utente può ordinare agli NPC alleati di fortificare il rifugio centrale con postazioni di cucina, laboratori medici, fucine, il tutto con lo scopo di craftare oggetti non sempre realizzabili con il mero fai-da-te davanti a un focolare, eppure indispensabili ai fini dell'avanzamento.

    Morte fredda

    Fade to Silence è un'esperienza volutamente ispida, e non solo perché chi impugna il controller è obbligato a vedersela con tutte le variabili analizzate finora. La formula sottostà anche al temutissimo permadeath e soccombere tra i ghiacci non è affatto un'eventualità remota, soprattutto nel corso delle prime ore di gioco. Il software mette e disposizione tre tentativi entro cui è possibile resuscitare senza perdere i progressi accumulati, dopodiché ogni conquista viene definitivamente annullata e Ash è costretto a ripartire da zero, senza risorse, compagni e con una tana priva di tutte le strutture edificate fino a quel momento. C'è comunque la maniera, giocando, di rendere le conseguenze della morte un po' meno nefaste con il passare delle run. Il primo "trucco" consiste nello scovare e raccogliere dei micro-cristalli che rafforzano le statistiche del protagonista in modo permanente. Il secondo, imprescindibile, riguarda le cosiddette Schegge della Speranza, particolari artefatti che si ottengono liberando gli avamposti plagiati dall'Eclisse.

    Ogni scheggia equivale alla possibilità di attivare un aiuto attingendo da uno speciale "albero dei perk", ed i vantaggi spaziano da scorte iniziali più sostanziose all'opportunità di mantenere intatte determinate armi e costruzioni, fino all'aumento numerico dei tentativi concessi.

    Tutto ciò riguarda il gioco in versione "Sopravvivenza", mentre decidendo di affrontare l'avventura in modalità "Esplorazione" la morte permanente lascia il posto a un approccio più disteso, dove per altro gli indicatori di freddo e fame spariscono in favore di una barra della vita più stabile. Il fatto che il team di sviluppo non abbia voluto precludere l'esperienza ai giocatori meno scafati è senza dubbio encomiabile, nonostante l'opera, spogliata del suo piglio survival, perda parecchia ragion d'essere.

    Quale sia la scelta, Fade to Silence richiede una certa dose di pazienza. È inevitabile passare svariate ore in-game all'insegna della routine, stipando materiali semplici per ricavarne in futuro altri più sofisticati, piegandosi alle leggi del backtracking e rischiando di tirare le cuoia a ogni piè sospinto. La ridondanza dei compiti e lentezza dei ritmi di gioco si avvertono soprattutto nelle fasi iniziali, laddove il meccanismo ludico ingrana soltanto dopo un notevole quantitativo di tempo e di fallimenti, quando spostarsi fra le aree diventa più veloce - tramite teletrasporto o uso di una slitta trainata dai lupi - e il sistema di gioco si svela in tutti suoi aspetti.

    Sfaccettature che poi convivono in modo abbastanza armonioso, con l'unica eccezione del combat system, che più di tutte le altre meccaniche avvicina Fade to Silence alle peculiarità del genere soulslike. Regolati dal consumo della stamina, gli scontri con i mostri scimmiottano quelli tipici dei capolavori From Software risultando però ben più farraginosi, vuoi per le reazioni lente del nostro avatar, vuoi per le strane movenze degli antagonisti che non di rado tendono a compenetrare parti dello scenario.

    Più in generale, è l'aspetto tecnico di Fade to Silence a rappresentare, ad oggi, il vero tallone d'Achille del progetto. Provato a fondo su PS4 standard, il titolo Black Forest Games traballa oltremodo sul fronte del frame rate, trabocca di glitch e artefatti grafici e subisce la presenza di qualche fenomeno di pop up di troppo.

    È un peccato in quanto se anche il comparto grafico del prodotto non brilla per texture e abbondanza di dettagli, la direzione artistica si dimostra indubbiamente efficace, restituendo panorami innevati di grande impatto, ravvivati da un ciclo giorno/notte che regala splendidi giochi di luce e una bella alternanza di colori. La speranza è che qualche patch futura riesca ad addomesticare i problemi in eccesso, valorizzando infine tutto ciò che di buono è stato imbastito dagli sviluppatori.

    Fade to Silence Fade to SilenceVersione Analizzata PlayStation 4Per essere il primo survival di un team (quasi) indipendente, Fade to Silence sa difendersi meglio del previsto. Nonostante un inizio piuttosto lento e un sistema di combattimento "simil-Dark Souls" che delude anche sulla distanza, il viaggio post-apocalittico di Black Forest Games, al crocevia fra l’action-adventure e il gestionale, dimostra qualità che potrebbero far gola agli amanti della sfida dura e intransigente. D’altro canto il titolo - in versione console - cede a una mancanza di polishing che dopo tanti anni di sviluppo non ci si aspetterebbe, motivo per cui non riteniamo sbagliato attendere che lo sviluppatore vi ponga rimedio prima di procedere all’acquisto, ammesso che l’esperienza sia nelle vostre corde.

    6.7

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