Forgotton Anne Recensione: un'emozionante avventura ispirata allo Studio Ghibli

Lo studio danese ThroughLine Games esordisce con Forgotton Anne, un'esperienza puzzle-platform artisticamente e narrativamente superba.

Forgotton Anne Recensione: un'emozionante avventura ispirata allo Studio Ghibli
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Vi sarà certamente capitato, magari in qualche sbiadita mattinata domenicale, di fare pulizia tra i vecchi scatoloni in cantina, in soffitta, nel garage. Magari, in una di quelle scatole ammuffite, vi sarete per caso imbattuti in un oggetto della vostra infanzia a cui eravate particolarmente legati. Stringendolo tra le dita, gli avrete sussurrato, trattandolo come un essere vivente: «Ma come ho fatto a dimenticarmi di te?».
    Forgotton Anne, avventura grafica in 2.5D sviluppata da ThroughLine Games (uno studio indie danese) e prodotta da Square Enix Collective, gioca maliziosamente sull'altissima probabilità che un evento come quello sopra citato vi sia accaduto almeno una volta nella vita. E non si ferma lì: vi costringe ad emozionarvi e a riflettere. Le generalità di Forgotton Anne si possono elencare velocemente: un lungometraggio interattivo, intervallato da sessioni puzzle, palesemente ispirato alle produzioni "occidentalizzate" dello Studio Ghibli (a Il Castello Errante di Howl piuttosto che a La Città Incantata, per intenderci). Eppure, proprio come una carta d'identità non riesce a definirci interamente per ciò che siamo, proprio come la descrizione di un oggetto non è completa senza la storia che gli appartiene, Forgotton Anne non si riassume così facilmente. Mettetevi comodi: c'è davvero parecchio da dire!

    Not Rotten, just forgotten!

    Forgotton Anne è un titolo in cui la comunicazione è tutto: stile grafico, regia e doppiaggio si fondono tra loro con una naturalezza che, paradossalmente, soltanto un grande lavoro di progettazione può ottenere. Nonostante ciò, questi aspetti non sono altro che uno sfondo (non meno importante, come vedremo) ad una storyline eccezionale.

    Proprio per questo motivo ci siamo prefissati una regola d'oro, un dogma da seguire nel corso della recensione: limitare all'osso gli spoiler! Perché sono numerosissimi i dettagli di cui ci piacerebbe scrivere, ma "sfogliare" la storia di Forgotton Anne, pagina dopo pagina, è un'esperienza così fondamentale per il giocatore che pur di non correre il rischio di rovinarla, ci limiteremo semplicemente a descrivere per grandi linee il background narrativo.
    Vestiremo i panni di Anne, unico essere umano assieme a Master Bonku, il suo mentore, ad essere stato risucchiato nella città dei "forgotlings", oggetti dimenticati dai loro padroni che, una volta smarrita la loro identità, si animano ed entrano a far parte di questo strano universo parallelo, del tutto simile a quello che conosciamo, ma perennemente coperto da nuvoloni neri e flagellato da una pioggia incessante. Master Bonku è, in un certo senso, il padrone della dimensione dei forgotlings ed Anne ne è la guardiana. Non ci è da subito chiaro che tipo di rapporto ci sia tra i due, ma sappiamo che sono gli unici in possesso di un'arma straordinaria: l'Arca, in grado di "distillare" i forgotlings della loro Anima, che è anche la fonte principale di energia della città. Grazie alla sua capacità di manipolare l'Anima, Bonku sta costruendo l'Ether Bridge, un portale che permetterà di ritornare nel mondo reale. Quando un forgotling prende vita, gli viene immediatamente assegnato un lavoro dai dipendenti di Bonku: ai più meritevoli, cioè a coloro che lavoreranno con maggior zelo, verrà concesso un biglietto per attraversare l'Ether Bridge e tornare finalmente dai loro padroni, per svolgere la funzione per cui sono nati. La nostra avventura comincia con Anne che sobbalza dal letto a causa di un forte boato: alcune esplosioni di bombe hanno interrotto bruscamente un'altrimenti ordinaria giornata nella città dei forgotlings. Contattata da Master Bonku, Anne viene messa a capo di un'indagine che ci porterà a scoprire di più su un'organizzazione terrorista, capeggiata da un misterioso ed affascinante manichino da scherma di nome Mr. Fig.

    Lo stile grafico di Forgotton Anne è pura poesia. Le premesse, estrapolate dal risultato finale, farebbero quantomeno titubare chiunque: una fusione tra il tratto dello Studio Ghibli (che pur affacciandosi con curiosità e capacità straordinarie all'Occidente, resta sempre "giapponese" per delicatezza, per dolcezza, per "educazione" nel trattare i temi) ed una sceneggiatura scandinava, "vichinga", che da sempre ha mostrato grandissima abilità nella narrazione "cruda" e violenta della realtà. A dispetto di ogni forma di sospetto o di esitazione, questo connubio ha partorito un prodotto eccezionale: una profonda riflessione filosofica, sociale, "capitalista" ed occidentale ma allo stesso tempo dolcemente alleggerita, quasi tratteggiata da un pennello tradizionale per lo Shodo (l'arte della calligrafia giapponese).

    Una sintesi del genere è davvero difficile da trovare. A dirla tutta, la qualità dei "modelli" bidimensionali dei personaggi animati non è il massimo, probabilmente per questioni di budget, ma questo fa sì che si distinguano molto bene dagli sfondi dettagliatissimi, che sono il vero e proprio fiore all'occhiello del gioco: sia per la scelta delle ambientazioni (difficili da etichettare, se non come un'unione tra lo stile steampunk e le architetture di una New York anni 40), sia per la palette di colori utilizzata, un misto acquerello e guazzo che miscela scale di grigi a colori brillanti e vivaci.
    Anche la regia non è da meno: il gioco non è altro che un lunghissimo piano sequenza, che si allarga sui panorami maestosi ed imponenti della zona industriale della città, e si stringe in modo quasi claustrofobico tra i sobborghi, nelle fogne, nelle condutture d'aerazione e nei bar malfamati. Il tutto contribuisce ad immergersi maggiormente nei luoghi circostanti, e talvolta lascia addirittura di stucco.

    Fa' la tua scelta

    Come detto, Anne possiede l'Arca, un'arma in grado di succhiare via l'Anima dai forgtlings. Questo vi porrà più di una volta nella posizione di dover decidere della loro sorte. Le vostre scelte finiranno in un diario che potrete consultare per un veloce recap della storia ed influenzeranno l'andamento di gioco in diversi modi.

    Sotto alcuni aspetti, la produzione di ThroughLine Games ci ha ricordato il meraviglioso Undertale, per la maniera in cui si sviluppa il rapporto tra giocatore, personaggi e universo circostante: più ci si avventura nel titolo, più le domande rispetto al mondo in cui siamo catapultati si fanno stringenti e scottanti da un punto di vista morale. Il paragone non regge, però, dal punto di vista del puro gameplay.
    Cosa si fa, in sostanza, in Forgotton Anne? La risposta è: molto poco, purtroppo. Oltre alla scelta fra diverse opzioni di dialogo, sostanzialmente le interazioni di gameplay si suddividono in tre categorie. Innanzitutto il platforming: numerosi frangenti in cui bisognerà oltrepassare ostacoli ambientali, talvolta avvalendoci dell'utilizzo di ali meccaniche caricate ad Anima, che Anne sfrutterà per lanciarsi in balzi più potenti del normale raggiungendo, così, zone più lontane. Vi è, poi, la possibilità di sfruttare l'Arca: con la semplice pressione di un tasto il tempo si fermerà, e potremo sia distillare i forgotlings a noi ostili, sia attivare generatori di corrente trasmettendo l'Anima direttamente ai circuiti interessati. In ultimo, il puzzle solving: ci capiterà di dover deviare il percorso delle "tubature" di Anima per attivare gli interruttori che ci servono, o sfruttare la giusta tempistica per raggiungere, ad esempio attraverso un ascensore, punti della mappa altrimenti inarrivabili. Nel gameplay risiede, malauguratamente, la più grande debolezza di Forgotton Anne. Non tanto per la sopracitata scarsa varietà, non è questo il punto: l'universo creato da ThroughLine Games riesce ad essere così potente che anche una semplice corsa tra le ambientazioni lascia il sorriso sulle labbra, intrattiene e, soprattutto, coinvolge. I veri problemi riguardano due aspetti. Prima di tutto i comandi, che ci sono parsi troppo rigidi ed inflessibili. L'errore di base (tanto banale quanto incisivo sulla qualità dell'esperienza) è stata la volontà degli sviluppatori di non sacrificare nemmeno un frame delle animazioni, probabilmente per conferire maggior realismo

    La durata dei ricordiForgotton Anne vi intratterrà per circa 6-7 ore di gioco. Il fattore rigiocabilità, però, è molto alto. Non c'è un solo modo di affrontare le vicende narrate dal titolo e, oltre ad avere diverse opzioni nei dialoghi ed azioni che influenzeranno la storyline, c'è più di un finale. Il coinvolgimento emotivo è garantito, e riprendere il controller in mano è una scelta che, in tutta probabilità, vi risulterà assai naturale.

    Purtroppo, in un platform, questa scelta sfocia, a volte, nella frustrazione, poiché rende difficile eseguire anche il più semplice dei salti, eccessivamente legati al posizionamento della protagonista sulla scena. E con questo giungiamo al secondo problema: il livello di difficoltà. Se una sfida c'è, questa è soltanto contro la rigidità dei controlli. Ci sarebbe piaciuto dover spremere le meningi per risolvere qualche puzzle, almeno i più avanzati, ma nel peggiore dei casi ci sono bastati pochi minuti per capire il da farsi.
    Infine, parliamo del comparto sonoro. Le musiche, interpretate dalla Copenhagen Philharmonic Orchestra, vanno di pari passo con la qualità visiva del titolo, la accompagnano e si fondono in una composizione armonica ed emozionante. Un plauso particolare va al doppiaggio: nonostante l'evidente esiguità di budget il risultato è magistrale. In altre parole sono pochi i doppiatori ad aver lavorato al titolo, e già dopo un paio d'ore capita di riconoscerne la voce, ma la caratterizzazione delle decine di personaggi, già eccelsa dal punto di vista della scrittura, viene ulteriormente definita dall'utilizzo di diversi dialetti: texano, londinese, scozzese, australiano. E c'è addirittura un'imitazione di Clint Eastwood!

    Emozioni e riflessioni

    «A che serve un calzino spaiato?» chiede Master Bonku ad Anne e, in un certo senso, anche al giocatore. Sembra una domanda piuttosto banale, ma proprio questo è il metodo usato dai ragazzi di ThroughLine per mettere in gioco una serie di tematiche sociali e morali altrimenti incompatibili col concetto comune di intrattenimento: riflettere attraverso la semplicità di un oggetto dimenticato dal suo padrone. È così che si dischiude una lunga serie di metafore che ci riguarda da vicino, anzi, da vicinissimo.

    Non bisogna addentrarsi troppo a fondo nell'opera, infatti, per rendersi conto che la città è lo specchio della nostra struttura economica e sociale, basata sull'efficienza e sull'uso amorale della tecnica. I forgotlings, come detto, vengono "marchiati" appena giunti in città, destinati a lavori ripetitivi e noiosi che non tengono conto delle loro inclinazioni, dei loro desideri. La forza di volontà di questi oggetti animati sta nella loro voglia di non essere dimenticati, nel loro bisogno di avere un riconoscimento: quasi come se vivere significasse funzionare, essere utili a qualcosa. Oltrepassare l'Ether Bridge è l'unico modo per tornare alla funzione originale, ma ben presto ci si renderà conto che il mondo a cui sono tanto affezionati non offre loro altro che una forma diversa di schiavitù: questa è la teoria dei ribelli capitanati da Mr. Fig, i quali sostengono che i forgotlings discesi nella nuova dimensione sono liberi di scegliere il loro destino, e per questo si oppongono ai lavori offerti da Master Bonku.

    Ben lungi dall'essere melenso, Forgotton Anne si spinge ben oltre, dimostrando come nella realtà le cose non siano mai bianche o nere, persino nelle istanze in cui ciò che è giusto ci sembra così evidente e scontato. Vi è, inoltre, un chiaro riferimento al consumismo ed al nostro modo di relazionarci con gli oggetti del quotidiano, che possono trascendere il loro peso economico soltanto se siamo noi stessi a dargli una storia, a conferirgli un valore inestimabile. La strepitosa caratterizzazione dei personaggi è una delle chiavi espressive attraverso le quali i ragazzi di ThroughLine Games arrivano al cuore del giocatore: avremo a che fare con teiere, orsetti di peluche, cinte, scarpe, lampade, distributori di benzina...e chi più ne ha, più ne metta! Ognuno di questi personaggi ha qualcosa da dire e lo dice in modo unico rispetto agli altri, anche se compare "sulla scena" per pochi attimi.

    Forgotton Anne Forgotton AnneVersione Analizzata Xbox OneIn uscita il 15 maggio su PC, PS4 e Xbox One, Forgotton Anne è un’avventura grafica in stile anime, una fusione tra Oriente ed Occidente che vi lascerà senza fiato proprio per l’agilità e la semplicità con cui s’intrecciano diverse forme di arte. Nell’opera del team ThroughLine Games troviamo uno stile grafico ed una regia deliziosi ed immersivi, una scrittura che raramente ha raggiunto picchi così alti nel medium videoludico ed un comparto sonoro composto di musiche e doppiaggi eccellenti. La nota dolente riguarda, però, il gameplay: il sistema di comandi è troppo rigido, ed il livello di sfida dei puzzle proposti è pari a zero. Spiace per l’assenza di una localizzazione in italiano, fondamentale per chi non conosce l’inglese, vista l’immensa quantità di dialoghi e l’importanza della storia. Insomma, sarebbe bastato davvero molto poco perché Forgotton Anne diventasse uno dei migliori titoli indie sul mercato. In ogni caso, difficilmente finirà per essere dimenticato.

    8.5

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