Moonlighter Recensione: verso l'infinito e oltre

Moonlighter è un Action RPG con elementi Roguelike che ci mette nei panni di Will, negoziante che sogna di diventare un valoroso eroe...

Moonlighter Recensione: verso l'infinito e oltre
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • A giudicare dai dibattiti e dai post che proliferano sui social, sembra che il mondo videoludico possa dividersi solo tra capolavori che riscrivono la storia dell'intrattenimento interattivo, o produzioni di infimo livello, pessime sotto ogni aspetto. In realtà, soprattutto per quanto concerne il sottobosco di titoli a medio o basso budget, i negozi digitali sono stracolmi di decine e decine di prodotti senza infamia né lode, avventure che scorrono via senza lasciare un'impronta evidente nella memoria dei giocatori, e che svaniscono subito dopo i titoli di coda. Moonlighter, nonostante le premesse abbastanza intriganti, sembra purtroppo appartenere a quest'ultima categoria: parliamo di un GDR rétro, caratterizzato dall'innesto di alcuni elementi roguelike e gestionali, privo sia di particolari guizzi e idee, sia -al contempo - di elementi eccessivamente negativi che inficino in modo assai gravoso la piacevolezza dell'esperienza.

    Binding of Merchant

    Richiamando a grandi linee la struttura di un action roguelike, e nello specifico l'impostazione a stanze procedurali di Binding of Isaac, Moonlighter ci mette nei panni di Will, erede e proprietario dell'omonimo negozio del titolo, che rivende artefatti e oggettistica ritrovata all'interno di alcuni dungeon, i quali, decenni prima, apparirono magicamente al confine del suo villaggio. Dopo la chiusura della maggior parte di questi oscuri e complessi labirinti, l'insediamento ha iniziato a morire: ci penserà insomma Will a farlo rifiorire, grazie alla sua abilità di combattente e di impavido esploratore dei sotterranei.

    Di conseguenza, la struttura narrativa e ludica del gioco vi sembrerà abbastanza lineare: quattro dungeon, di difficoltà crescente, di cui bisogna completare tre livelli e, alla fine, sconfiggere il boss finale, prima di poter entrare in quello successivo. Queste sessioni, abbastanza ripetitive e monotone, vengono intervallate da una corposa fase gestionale, che tenta di scardinare la dinamica del farming puro, aggiungendo alcune trovate strategiche e, appunto, di gestione delle risorse e dell'inventario. Potremo curare direttamente gli affari del Moonlighter, e imposteremo a nostra discrezione i prezzi degli oggetti da rivendere, a seconda delle esigenze del mercato, che cambierà dipendentemente alla disponibilità delle risorse: in questo modo, il farming più tradizionale diventa meno utile, perché lo stesso item dall'alto valore economico dopo qualche giorno diventerà meno remunerativo, spingendo l'utente a giocare senza curarsi troppo a lungo del tipo di ricompense che troverà all'interno dei vari dungeon. Inoltre, il negozio può essere potenziato in vari modi e secondo diversi stili, offrendo al giocatore enormi possibilità di guadagno e velocizzando l'accumulo di materie: si possono aggiungere aiutanti per fermare i ladri, vassoi per le mance che ci faranno guadagnare di più, fontane ricreative per far rimanere più a lungo i visitatori del negozio, e via dicendo. La combinazione di tutti questi elementi, comprese le oscillazioni della domanda e dell'offerta, rende la dinamica gestionale decisamente ben fatta e stimolante.

    Il denaro è tutto...

    Non sarà però solo il negozio a poter essere potenziato: ogni arma, armatura e oggetto presente all'interno del gioco può essere livellato a seconda di quanto denaro e risorse avremo a disposizione. In tal senso, Moonlighter tradisce la sua natura roguelike, generalmente basata sull'abilità individuale, e si appoggia più a uno schema tipicamente da gioco di ruolo, dove saranno le statistiche a farla da padrone assoluto dei dungeon che via via ci verranno proposti. Di conseguenza, l'intera meccanica economica diventa il vero punto nevralgico dell'esperienza, poiché portare a termine i sotterranei senza l'armatura e le armi giuste sarà una sfida decisamente proibitiva per chiunque, anche avendo già imparato a memoria pattern e mosse dei nemici e del boss finale. Al contrario, un paio di sessioni in più all'interno del dungeon ci permetteranno di arrivare facilmente alla fine del livello senza sforzi, dato che con un paio di colpi ben piazzati potremo liberarci anche dei nemici più ostici. Tutto questo, come detto prima, sempre e solo a seconda di quanto denaro avremo accumulato, e in quanto tempo.

    La struttura dei labirinti non fa che stimolare quest'approccio: la morte all'interno delle dimensioni parallele comporterebbe la perdita di tutte le risorse guadagnate, ma il titolo mette a disposizione ben due modi, abbastanza economici e immediati, per uscire dal livello e mantenere tutti gli oggetti trovati, così da poterli rivendere. Uno dei due ci permette addirittura di teletrasportarci anche durante i combattimenti, alleggerendo inevitabilmente l'ansia da prestazione e la tensione delle battaglie tipica di un roguelike.
    Infine, il numero abbastanza corposo di armi in dotazione al giocatore (archi, lance, spade, spadoni) perde ogni valore, nel momento in cui tutto ciò che occorre davvero per salvare la nostra pelle è il livello dello strumento in uso, a prescindere dalla tipologia. L'unica discriminante a questa regola riguarda l'arco, la sola arma a distanza presente nell'avventura, e sostanzialmente obbligatoria per affrontare con una certa sicurezza gli avversari più ostici del gioco.

    ...ma proprio tutto

    L'opera di Digital Sun si impegna nel tentativo di raccontare non solo il mondo di Will, ma anche le varie dimensioni spaziali e temporali all'interno delle quali si trovano i quattro dungeon del gioco.

    Purtroppo, tutto ciò è affidato a qualche brevissima descrizione nell'inventario, e a un numero risibile di collezionabili all'interno di ogni livello, che elencano molto rapidamente alcune delle regole del gioco, e che dunque hanno una funzione più simile a quella di un tutorial, incapaci di raccontarci adeguatamente il background narrativo. Sebbene vi sia un leggero focus sul valore delle diverse culture con cui entriamo in contatto, del resto, l'ottica con la quale le inquadreremo sarà esclusivamente quella economica. La direzione artistica, infine, sebbene sfrutti una pixel art curata e ben fatta, si appoggia a un accompagnamento sonoro statico e ripetitivo, e non riesce a rendere abbastanza soddisfacente la composizione e l'architettura dei dungeon che ci troveremo ad esplorare.

    Moonlighter MoonlighterVersione Analizzata PCMoonlighter è un'opera che sembra avere due anime, incapaci di comunicare in maniera efficace tra di loro: da un lato, un elemento gestionale abbastanza ben fatto e intrigante, privo di particolare complessità ma comunque alquanto funzionale. Dall'altro, un sistema di combattimento e di gestione della progressione senza eccessivi difetti, eppure al contempo manchevole di profondità e di elementi distintivi. Un'esperienza, insomma, che può appagare brevemente gli appassionati del genere: non incompleta o mal realizzata, tuttavia assolutamente anonima e dimenticabile.

    6

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