Octopath Traveler Recensione: un tributo ai JRPG a 16-bit di Square Enix

Gli autori della serie Bravely presentano un JRPG vecchia scuola che si ispira a classici come Chrono Trigger e Final Fantasy 6, disponibile solo su Switch.

Octopath Traveler
Recensione: Nintendo Switch
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Disponibile per
  • Pc
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • Xbox Series X
  • Chi vi scrive in questo momento è un vecchio brontolone. È un bacucco tecnologico, uno di quelli che non sono riusciti ad accettare l'ascesa degli sparatutto come genere più popolare al mondo, è un giocatore che preferisce trascorrere decine di ore nella totale solitudine di un qualsiasi titolo single player piuttosto che spendere anche solo dieci minuti nel marasma del gioco online massivo. La progressiva scomparsa di utenti di questo tipo è ormai un dato di fatto. Le major dell'intrattenimento videoludico stanno puntando verso esperienze sempre più inclusive, con progetti di volta in volta più grandi e destinati ad assorbire un'utenza quanto più possibilmente variegata.
    Ciò non vuol dire, però, che il mercato si sia completamente assuefatto a tali meccanismi produttivi: resistono strenuamente alcune piccole nicchie di giocatori, avidi di avventure ludiche estranee alla massa. Ed è proprio a questa categoria di utenti che si rivolge Octopath Traveler, nuova proprietà intellettuale di Square-Enix in uscita su Nintendo Switch. Questo nuovo jrpg si affaccia sul glorioso passato della software house, riportando nella contemporaneità gran parte di quel corpus ludico ed estetico che fece la fortuna di Final Fantasy, Dragon Quest e Chrono Trigger nei primi anni '90. L'ultima fatica di Square-Enix e Acquire ci ha sorpreso e meravigliato, riportando alla memoria ricordi d'infanzia e offrendo nuove idee di gameplay, scelta di sicuro non banale per un certo tipo di produzioni.

    Otto eroi, otto storie, otto percorsi

    Sin dal primo annuncio, avvenuto nel gennaio 2017, l'allora Project Octopath Traveler aveva incuriosito più di un giocatore per diversi motivi. Il frutto della collaborazione di Square-Enix e Acquire si era presentato da subito come un unico, grande tributo ai giochi di ruolo giapponesi apparsi su Super Nintendo. In tal senso, quindi, è stato facile capire il perché dell'aspetto grafico scelto per quest'opera.

    Sfruttando l'Unreal Engine 4, il team nipponico aveva sorpreso gli spettatori del Nintendo Direct con il suo HD-2D, sorta di trasposizione nelle tre dimensioni dei motori grafici di Final Fantasy VI e fratelli. Il vero motivo per cui tantissimi possessori di Switch in giro per il globo sono corsi a ordinare il prodotto, in ogni caso, risiedeva nella peculiare offerta narrativa. Octopath Traveler prometteva la possibilità di selezionare uno fra otto possibili protagonisti, scelta che avrebbe poi determinato l'alter-ego dell'utente all'interno del mondo di Orsterra. Gli altri sette eroi avrebbero contribuito all'avventura, intrecciando il filo della propria avventura a quello del personaggio scelto. Nel corso dei mesi successivi all'annuncio, Square-Enix ha pubblicato diverse demo del gioco, atte a mostrare lo stato di avanzamento dei lavori ai più curiosi e impazienti. Come abbiamo avuto modo di scrivere, soltanto nella build distribuita recentemente è stato possibile fare l'effettiva conoscenza di tutte le otto personalità del cast. Gli eroi di Octopath Traveler formano una rosa quanto mai variegata, pur rimandando in maniera ammiccante a certi cliché tipici del genere. Olberic, il cavaliere errante, è un tipo taciturno e con molte ferite nell'animo. Il suo silenzio e la sua devozione al ruolo di cavaliere non possono non ricordare il Cyan di Final Fantasy VI, così come Therion il ladro riporta alla mente Gidan, di Final Fantasy IX. Anche la sacerdotessa Ophilia ha degli illustri antenati, vale a dire Yuna di Final Fantasy X. Ci sono poi l'erudito e donnaiolo Cyrus, la cacciatrice dal vocabolario aulico H'aanit, e Primrose, la danzatrice del deserto in cerca di vendetta. Completano il gruppo lo speziale dal cuore puro e dalla lingua affilata Alfyn , e Tessa, la ragazzina con un innato talento per il commercio in cerca di avventure. Com'è facile immagine, non è stato per niente immediato scegliere un avatar da impersonare. Sono personaggi archetipali, ed ogni giocatore avrà modo di rivedersi maggiormente in uno rispetto all'altro.
    Chi vi scrive ha scelto di vestire i panni di Cyrus, sorta di Indiana Jones medievaleggiante, amante della conoscenza quanto della compagnia femminile. La scelta non va compiuta a cuor leggero per diversi motivi. Il condottiero che si sceglie è di fatto il perno intorno al quale ruota tutta l'esperienza, un cronista digitale che sarà presente in ogni momento della vicenda. Il nostro alter ego sarà sempre membro attivo del party, mentre gli altri sette - o anche meno, come spiegheremo fra poco - possono di tanto in tanto sedersi in panchina e riposare.

    Questa insostituibilità ha delle conseguenze legate in maniera indissolubile alle peculiarità ludiche di Octopath Traveler. Ognuno dei protagonisti ha dalla sua una particolare abilità da utilizzare fuori dal campo di battaglia: Cyrus può indagare nell'animo delle persone e capire se stanno mentendo, così come Alfyn può sfruttare i suoi talenti di medico e dedurre la loro condizione psico-fisica; Olberic e H'aanit possono ingaggiare un duello con i diversi passanti, ottenendo così punti esperienza e oggetti rari; Ophilia e Primrose hanno la facoltà di convincere i sudditi del regno a seguirle in battaglia, la prima usando la forza della fede, la seconda la forza della...ci siamo capiti. Com'è facile intuire, Therion è capace di alleggerire le tasche di chi gli si para innanzi, mentre Tessa è in grado di convincere il prossimo a mercanteggiare i beni in proprio possesso, acquistando merce rara a prezzi stracciati. Tali competenze sono fondamentali per avanzare nei diversi capitoli della storia dedicati ai vari attori del cast. Il racconto che regge Octopath Traveler non è stato scritto come una sceneggiatura lineare, ma intervallato e frammentato in capitoli, ognuno dedicato a un diverso personaggio. Ciascuno degli otto eroi ha il proprio percorso da seguire, sentiero che, almeno nelle prime battute, si intreccia raramente con quello dei propri compagni d'arme, praticamente solo grazie a scenette di dialogo esterne alla narrazione (un po' come accade nei Tales Of, dove è possibile leggere un dialogo "accessorio" fra due membri in determinati momenti). All'inizio dell'avventura, cioè dopo aver completato il capitolo introduttivo del personaggio scelto, la mappa del mondo si aprirà ai giocatori in maniera completamente libera, offrendo un open world sui generis.
    Arrivando nelle varie città che tappezzano il continente di Orsterra sarà possibile iniziare il capitolo introduttivo del protagonista che abita quel determinato villaggio: l'eroe di turno è fermo in mezzo alla piazza, in attesa di poter narrare il proprio racconto - sempre e costantemente incentrato sul tema del viaggio iniziatico - e diventare così nostro alleato. Nel momento in cui la storia andrà a focalizzarsi sul nuovo arrivato, i personaggi precedentemente incontrati, incluso l'avatar del giocatore, scompariranno dalle cut scene, ritornando soltanto nel momento in cui bisognerà esplorare il dungeon dell'occasione. La frammentarietà del racconto, almeno nella prima porzione di gioco, viene inoltre confermata da alcuni piccoli buchi di plot.

    Facciamo un esempio: il secondo capitolo di Cyrus e Tessa può essere avviato nella stessa città; scegliendo di giocare prima quello di Tessa, le scene d'intermezzo si concentreranno sulla mercante, ma per il resto delle ore necessarie a superare il capitolo gli altri membri del party saranno ancora con lei. Facendo partire l'episodio di Cyrus una volta superato quello di Tessa, nella primissima cut scene l'erudito si meraviglierà della bellezza della città, nella quale ha appena speso tre ore! Se da un lato questa struttura narrativa lascia ai giocatori la possibilità di plasmare il racconto come meglio preferiscono - altra particolarità: se si evita di parlare con uno dei sette personaggi al primo "incontro", questi non entrerà mai nel party - dall'altro tradisce le promesse fatte in fase di sviluppo, quelle riguardanti i percorsi narrativi intrecciati sin dal principio.
    Chiariamoci: ciò non vuol dire che la trama di Octopath Traveler sia brutta, anzi. Certo, alcuni eroi sono scritti meglio di altri, così come le diverse storyline possono essere più o meno affascinanti, ma di sicuro la poca pulizia mostrata dagli sceneggiatori di Square-Enix in tutto lo svolgimento del plot lascia sulle prime l'amaro in bocca. La scarsa comunicabilità fra i personaggi e la frammentarietà delle vicende rappresentano gli unici, minimi difetti di una produzione altrimenti ineccepibile sia per realizzazione tecnica che per gameplay, a partire dal combat system.

    La Potenza della tattica

    Nelle intenzioni di Nintendo e Square-Enix, Octopath Traveler va a riempire quel vuoto lasciato dai due Bravely apparsi su 3DS, rappresentando un titolo deliziosamente rétro destinato ai nostalgici degli anni d'oro dei jrpg. Esattamente come il suo padre spirituale, anche Octopath Traveler offre ai propri acquirenti uno squisito sistema di combattimento a turni, tipologia di combat system sempre meno presente nei giochi attuali.

    Le battaglie (casuali, in perfetto stile SNES) non si limitano alla meccanica ripetizione del comando d'attacco, ma ruotano attorno alla ricerca del Dominio. Ogni nemico ha delle debolezze specifiche, siano esse verso qualche tipo di arma o di magia elementale. Sfruttare le falle dell'avversario vuol dire vedere ridotti i suoi punti difesa, segnalati da un'icona a forma di scudo presente accanto allo sprite del mostro. Una volta portati a zero le sue difese, inizierà la fase di Dominio, ovvero un paio di turni in cui il nostro avversario non attaccherà, subendo inoltre ingenti danni a causa dello stato confusionale in cui versa. È questo il momento in cui scatenare la Potenza. I Punti Potenza, che si ricaricano automaticamente di turno in turno, permettono di aumentare il numero di attacchi performabili durante una singola fase dell'assalto. Nel caso dei colpi fisici a base di bastoni, spade, lance, frecce, ascia e pugnali, grazie ai Punti Potenza sarà possibile centrare il bersaglio ben quattro volte durante lo stesso turno. Per le magie, invece, l'attacco sarà singolo, ma quadruplicato nella portata.
    Abbiamo parlato prima dell'importanza attorno alla scelta del protagonista. Essendo questi insostituibile, è bene tenere a mente le diverse caratteristiche dei vari personaggi, visto che l'avatar scelto sarà sempre in campo. Chi vi si scrive ha optato per Cyrus, ritrovandosi così un mago nero tanto inefficace negli attacchi fisici quanto devastante con le magie elementali. Cyrus, inoltre, ha dalla sua un'altra abilità: può scoprire le debolezze degli avversari ad ogni incontro. Ciò significa che, fronteggiando due o tre volte lo stesso nemico con l'erudito in squadra, il cattivone non avrà più segreti per i giocatori. Anche gli altri eroi posseggono interessanti talenti, ispirati ai job dei personaggi: Primrose è di fatto il bardo, in grado di aumentare le statistiche dei propri compagni grazie ai poteri della danza; H'aanit può catturare le bestie per poi invocarle negli scontri successivi; Therion e Tessa riescono a sgraffignare materiali utili dalle borse dei nemici, mentre Ophilia e Cyrus sono capaci, grazie ai poteri della religione e della scienza medica, di curare i compagni in difficoltà. Olberic, infine, è il tank del gruppo, abile ad incassare i colpi in luogo dei commilitoni feriti.

    Quasi tutti i personaggi possono usare due armi e qualche tipo di magia elementale, ma bisogna accettare il fatto che non esiste un party perfetto: ogni situazione di gioco richiederà un approccio differente, rendendo i combattimenti di Octopath Traveler sempre tattici, galvanizzanti e intriganti. Questa varietà nel combat system permette di non annoiarsi mai in battaglia, cosa decisamente ben accetta visto la quantità di ore che gli utenti dovranno spendere con le spade fra le mani. Octopath Traveler, così come Bravely e il Final Fantasy VI a cui ogni pixel del gioco si ispira, richiede un consistente esercizio di farming, ossia l'accumulo di punti esperienza e di livelli fra una fase e l'altra dell'epopea. Se questa scelta era ammissibile negli anni 90 - bisognava in qualche modo allungare il brodo di giochi altrimenti troppo corti - è strano dover accettare nel 2018 di passare una serata di gameplay ad ammazzare intere schiere di mostri, pena l'impossibilità di avanzare in maniera tranquilla. Nel caso in cui decidiate di non farlo, sappiate che ci sarà da spendere lacrime, sudore e sangue durante gli scontri con i boss, sin da subito coriacei e molto resistenti, in perfetto stile JRPG.

    La meraviglia nello zaino

    Negli ultimi anni il ritorno in auge della grafica in due dimensioni ispirata agli anni delle console a 16-Bit ha portato alla pubblicazione di titoli molte volte fin troppo simili nell'aspetto visivo. Square-Enix, fra le software house ideatrici di quel determinato canone estetico, ha ben pensato di non accodarsi inutilmente a questo filone, vestendo Octopath Traveler di una grafica certamente già vista, ma che non è mai stata così bella. L'opera, grazie alla caratterizzazione degli sprite ed all'uso intelligentissimo dell'effetto bokeh, è una gioia per gli occhi, sia in modalità tv che giocata con lo Switch stretto fra le mani.

    Le accortezze avute nel programmare l'illuminazione degli ambienti e la raffinatezza delle texture coprono elegantemente le carenze legate al numero di poligoni. Belli da vedere i modelli dei protagonisti, sebbene risultino animati meglio nelle fasi di esplorazione che in quelle di combattimento. Merita un plauso, inoltre, la colonna sonora. Scritta tenendo a mente i grandi classici del maestro Uematsu, la musica che accompagna il cast di Octopath Traveler è sognante, ricca e ispirata. Il gioco gira in maniera ottima su Switch sia con la console infilata nella dock station che in versione portatile. Non sfrutta alcuna delle caratteristiche specifiche dell'hardware, ma tutto sommato va bene così: Octopath Traveler è un gioco quasi ortodosso, e le feature riguardanti il move control o il touch screen non si sposano bene con questo tipo di produzioni.

    Octopath Traveler Octopath TravelerVersione Analizzata Nintendo SwitchIl tema portate di Octopath Traveler è il viaggio. Ognuno degli otto protagonisti ha un motivo per mettersi in cammino. La vendetta così come la curiosità, la speranza come la responsabilità, il desiderio o l’avidità. Ogni individuo è mosso dal proprio obiettivo, ogni personaggio ha un dolore da superare. Non parlano molto fra di loro, gli eroi di Octopath Traveler, ma va bene così. C’è bisogno di fiducia reciproca, di un obiettivo comune per fidarsi di chi cammina al proprio fianco, cosa che la nuova produzione di Square-Enix non assicura già dalle prime battute. La coerenza altalenante dello script è uno dei pochi difetti di un jrpg comunque ottimo, che nell'urgenza a tratti stancante del farming trova il suo unico altro punto debole. Ispirandosi ai grandi capisaldi del genere usciti su Super Nintendo negli anni ’90, i ragazzi di Square-Enix e Acquire hanno in ogni caso saputo costruire un titolo solidissimo, che riesce a trovare il giusto equilibro fra innovazione e tradizione. Il combat system a turni non annoia mai, grazie alla meccanica del Dominio e lo sforzo tattico necessario a raggiungere tale fase di gioco. In egual misura, è intrigante esplorare un modo sicuramente ridotto nelle dimensioni, ma ispirato nella direzione artistica così come nella realizzazione tecnica. Octopath Traveler è uno spettacolo tanto per gli occhi così come per il cuore, soprattutto per quello dei fan di un genere che sta lentamente scomparendo. Se avete amato Final Fantasy VI o Chrono Trigger, Octopath Traveler ha tutto il diritto (anzi quasi l’obbligo) di essere parte della vostra collezione. Se saprete chiudere un occhio sulla prime battute non propriamente esaltanti, l’ultima fatica di Square-Enix saprà offrire decine di ore di divertimento e scoperta, puntando la bussola ogni giorno verso una nuova direzione. Non lasciatevelo sfuggire.

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