Photographs Recensione: un puzzle narrativo ricco di sfumature

Photographs è un puzzle game per PC con elementi adventure ed una forte componente narrativa: ecco il nostro parere.

Photographs Recensione: un puzzle narrativo ricco di sfumature
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  • Che strumento potentissimo, le fotografie. Con un semplice sguardo, persino il più distratto, questi portali temporali ci trasportano in luoghi della mente cronologicamente lontani, ma spesso più vicini a noi della realtà stessa. Dai primi amori alla quotidianità dell'età adulta, le fotografie riescono a catturare i momenti più importanti della nostra vita, specialmente se immortalati da un fotografo attento e scrupoloso.

    Ed è proprio nei panni di un anonimo reporter che interagiremo con le cinque storie di Photographs, la nuova opera di EightyEight Games che ci narra di senso di colpa, giustizia, violenza e società con pochi filtri retorici, con il chiaro intento di dire qualcosa di forte, di non fraintendibile.
    Lo fa sfruttando numerosi puzzle game diversi tra loro, ma fortemente legati alla tematica di ogni singola storia, riuscendo a renderli centrali nella trasmissione del messaggio, seppur con qualche titubanza.

    Un messagiio, più strumenti

    Una delle critiche più ricorrenti del genere puzzle-game è quella di non riuscire a mescolare efficacemente narrazione ed enigmi, causando quella sensazione dicotomica e contrastante tra racconto e gameplay, fasi interattive e di comprensione della trama che così frequentemente caratterizza il medium videoludico.

    Per ovviare a questo problema, molti autori hanno cercato di rendere gli enigmi sempre più semplici e lineari per ostacolare il meno possibile il fluire della narrazione, mentre altri hanno cercato di abbandonare le velleità narrative in funzione di esperienze ludiche più ostiche, come il recente Baba is You (qui la recensione del gioco di Arvi Teikari). Con Photographs, EightyEight Games riesce a trovare una via di mezzo molto intelligente, che offre spazio alla creatività e che si presta in maniera eccellente alla rappresentazione interattiva dei temi trattati dalle sue storie. Piuttosto che costruire un solo tipo di puzzle per tutta l'esperienza, gli sviluppatori hanno ideato diverse tipologie di sfide per ognuna delle cinque storie presenti nel gioco, legandole al tema trattato in ognuna di esse. Per esempio, nella storia relativa all'incontro tra nativi e coloni, il fluire delle fotografie e della narrazione verrà scandito da una serie di enigmi via via sempre più difficili, in cui a ogni membro delle due fazioni spetterà un appezzamento di terra da coltivare.

    Avremo dunque un quadrato da riempire con delle forme geometriche diverse, una per personaggio: se all'inizio sarà molto semplice riempire la forma completa (a ogni nativo corrisponde un semplice quadrato), dopo qualche tempo dall'arrivo dei coloni vedremo che ognuno di loro avrà forme di terreno diverse da coltivare, sempre più difficili da far coesistere all'interno del quadrato, tanto da generare conflitti nella storia narrata attraverso le fotografie.

    È importante sottolineare come questi enigmi non siano diegetici, ovvero interni al racconto, ma neanche totalmente estranei alle sue storie, in una sorta di limbo che gli permette di essere tematicamente legati al racconto, senza però doversi piegare alle regole del realismo e della credibilità narrativa. Grazie a questa scelta originale gli sviluppatori sono riusciti a creare un'esperienza fresca, breve (circa tre ore, a seconda della vostra abilità) ma intensa, che non solo può contare su un ritmo eccellente, ma anche su una certa varietà per quel che riguarda i puzzle offerti, rendendo meno asfissiante la sensazione di impotenza e smarrimento di fronte agli eventi raccontati. In sintesi, Photographs prende le meccaniche dei più stereotipati tra i puzzle-game, da Puzzle Bobble fino a Tetris (avete dato un'occhiata alla nostra recensione di Tetris 99?), e le carica di un significato totalmente comprensibile solo grazie alle sue fasi narrative, sostenute da un gameplay più che godibile, che lascia poco spazio a tempi morti.

    La vita come flusso incontrollabile

    Se dovessimo sintetizzare la morale dei temi trattati dalle varie storie di Photographs, troveremmo un'unica, flebile linea che collega ogni cornice delle sue foto: la vita come sequenza casuale di eventi e storie che si susseguono in un vortice incontrollabile, su cui vorremmo avere una presa salda ma che possiamo solo osservare, catturare e cristallizzare nelle istantanee che ci viene concesso scattare.

    Non è però solo nel macrotema che troveremo spunti di riflessione, visto che in Photographs ogni singola storia affronta a sua volta dei temi specifici e dalla sensibilità squisitamente moderna. Oltre al già citato scontro tra il naturalismo dei nativi e il consumismo dei coloni, troveremo storie di doping, etica giornalistica, malattie mentali e violenza, in un vortice di racconti asfissianti per la loro schiettezza, per la semplicità con cui portano avanti storie brevissime ma intense.

    La narrazione di Photographs è però più incentrata sulla chiarezza espositiva e sul messaggio piuttosto che sull'empatia: data la direzione artistica e i suoi ritmi, difficilmente vi troverete di fronte a un momento realmente commovente, in grado di strapparvi una lacrima o qualche singhiozzo. Pur affrontando argomenti di grande rilievo culturale e sociale, il gioco non cerca mai di renderli la base univoca del racconto, limitandosi ad offrire stimolanti spunti di riflessione, anche attraverso il gameplay. Una scelta di design che lascia pochissimo tempo per maturare empatia nei confronti dei protagonisti delle storie, anche i più disperati, e la narrazione "fotografica" vuole proprio farci concentrare sul momento, sull'idea evocata da una specifica cornice, e non sul fluire superficiale degli eventi.

    Purtroppo non tutti i puzzle e gli enigmi presenti nel gioco riescono a generare questo legame ludo-tematico con le storie narrate, finendo talvolta con lo sfociare in quella banalità che spesso colpisce gli esponenti del genere. L'impressione è che almeno una decina di step, divisi tra le cinque storie, siano stati inseriti più per necessità di durata che per costruire una progressione funzionale per il giocatore e, in un puzzle-game basato sulla varietà e la freschezza dell'esperienza, questo è un grosso inciampo.

    Fotografia in pixel art

    A livello tecnico, la semplicità del gioco fa sì che l'esperienza scorra senza caricamenti di sorta o titubanze visive, ma purtroppo, al contrario dello standard a cui siamo stati abituati di recente dal panorama indie, non offre una direzione artistica particolarmente memorabile, né per pura qualità espressiva, né per il suo legame con i temi del racconto.

    Se la "regia" fotografica e la messa in scena delle varie storie illustrano in maniera eccellente le diverse fasi della narrazione, lo stile estetico e l'accompagnamento sonoro dicono davvero poco dei personaggi e dei momenti a essi dedicati.

    Photographs PhotographsVersione Analizzata PCLa scarsa qualità della direzione artistica e qualche riempitivo di troppo non possono oscurare un lavoro eccellente in fase di ideazione, scrittura e concezione dell'opera. Photographs si inserisce con originalità e freschezza tra i puzzle-game più particolari degli ultimi tempi, un'opera che grazie a un peculiare sforzo creativo è riuscita a offrire una terza via al racconto videoludico per enigmi, rendendoli al contempo sia parte del tema che del divertimento e della progressione del giocatore. Un gioco che gli appassionati del genere dovrebbero recuperare per scoprire nuove prospettive sulla narrazione videoludica, e che i più disinteressati a questo tipo di meccaniche potrebbero usare come apripisti verso nuove scoperte interattive.

    7.8

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