Space Hulk Deathwing: Recensione della Enhanced Edition

A oltre un anno dall'esordio, Space Hulk Deathwing torna con la Enhanced Edition: scopriamo le differenze e le migliorie apportate.

Space Hulk Deathwing: Recensione della Enhanced Edition
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Gli appassionati di Warhammer 40.000 che seguono le nostre pagine potranno facilmente ricordarsi della mezza delusione generata da Space Hulk: Deathwing, lo sparatutto con elementi cooperativi basato su uno degli "Specialist Games" che hanno posto le basi per la creazione, trent'anni fa, di uno dei franchise di punta di Games Workshop.
    All'indomani dell'annuncio dell'imminente Enhanced Edition chi scrive ha voluto credere, come solo i fedeli dell'Imperatore-Dio possono, che gli sviluppatori avessero intenzione non solo di includere i miglioramenti annunciati nell'apposito trailer, ma che volessero sistemare anche le numerose criticità riscontrate da tutti oltre un anno prima, soprattutto nel multiplayer.
    Sfortunatamente le cose non sono andate così e, avendo avuto modo di testare sia la versione PC dell'aggiornamento sia, per la prima volta, la versione PlayStation 4 del gioco, possiamo affermare che l'operazione di revisione del gioco non ha prodotto i risultati sperati, limitandosi ad aggiungere alcune novità mirate all'aumento della longevità che, tuttavia, poggiano su un multiplayer in qualche modo peggiorato rispetto al passato.

    La versione console

    Dal momento che questa recensione riguarda principalmente la versione console del gioco, uscita circa un mese fa su PlayStation 4 e ugualmente beneficiaria dell'aggiornamento "Enhanced", ci sembra opportuno introdurlo al nuovo pubblico.

    Space Hulk: Deathwing è uno sparatutto in prima persona ambientato nell'universo di Warhammer 40.000, e vede come protagonista una pattuglia di Space Marine, le forze speciali geneticamente e tecnologicamente più potenti dell'Imperium umano. In questo caso il manipolo appartiene all'onorata Compagnia dell'Ala della Morte (in inglese Deathwing) degli Angeli Oscuri.
    Prendendo spunto dall'omonimo gioco da tavolo pubblicato nel 1989 da Games Workshop, Deathwing pone i protagonisti a bordo di un ammasso di navi spaziali fuse fra loro (lo "space hulk" che si legge anche nel titolo), con lo scopo di pattugliarne gli interni.

    La squadra sul campo, composta da un artigliere, un Apotecario (medico) e il capo Epistolario (quest'ultimo unico elemento giocabile per tutta la Campagna), è fissa nella composizione ma, con l'avanzare delle missioni e l'acquisizione di nuovi equipaggiamenti e potenziamenti, diventa possibile modificarne le capacità offensive con diversi strumenti di morte nonché, nel caso del protagonista, con nuovi e distruttivi poteri psionici. Nonostante le indubbie capacità devastatorie di un simile drappello, le forze Xenos hanno dalla loro parte un numero soverchiante di guerrieri disseminati per i contorti corridoi dello Space Hulk, ognuno equipaggiato con numerosi artigli in grado di tagliare lastre di plastacciaio senza alcuno sforzo, in grado di palesarsi letteralmente da qualsiasi punto della mappa.
    Va da sé che uno dei punti di forza del titolo di Streum On Studio e Cyanide sia proprio l'atmosfera di tensione, ampiamente mantenuta grazie a trovate ludiche e stilistiche, come la continua rilevazione di segnali nemici sulla minimappa e l'incessante gorgoglio di artigli lungo le pareti, che costringe a mantenere un costante stato di allerta per tutta la durata delle missioni.
    Al di là delle ottime trovate dal punto di vista scenico, l'esperienza della campagna single-player risulta fortemente penalizzata da un'esposizione carente e dalla poca incisività delle azioni compiute dal giocatore, che si limitano a un peregrinare nei corridoi angusti dello Space Hulk, alla ricerca del prossimo terminale da attivare e della prossima ondata di genoraptor da sterminare con la giusta furia.
    Oltre alle 10 missioni della Campagna, ognuna corrispondente a una diversa astronave inglobata nella Olethros, Space Hulk: Deathwing offre due modalità aggiuntive, ovvero la campagna multiplayer cooperativa e le Missioni Speciali. Laddove la prima modalità si risolve nel ripetere le missioni della Campagna in compagnia di altri giocatori, ma senza le scene d'intermezzo che intervallano l'avanzamento del gioco in solitaria, le Missioni Speciali rappresentano una modalità secondaria di gioco, che sblocca versioni "alternative" delle mappe di gioco, con obiettivi diversi e una differente composizione delle ondate nemiche.

    La montagna ha partorito il topolino

    L'aspetto della versione originale che meno ci è piaciuto, all'epoca dell'uscita, era proprio l'inconsistenza del multiplayer, privo di un stimoli e davvero povero. Di fatto la modalità cooperativa non era altro se non una versione incompleta della campagna single player.Immaginato dai fan come un'alternativa in salsa Warhammer 40.000 al più che buono Vermintide, a sua volta ambientato nell'universo fantasy di Games Workshop, Space Hulk: Deathwing mancava persino di un minimo di persistenza online, un testamento delle nostre gesta che andasse oltre il ricordo dei crash improvvisi dell'host.

    A questo difetto gli sviluppatori hanno trovato una soluzione, anche se parzialmente banale, introducendo un sistema di livellamento e personalizzazione delle classi giocabili, che comprende elementi estetici e potenziamenti delle statistiche, che vanno sbloccati spendendo quantità crescenti di "gloria", una sorta di moneta ottenibile ad ogni avanzamento di livello. Si tratta di un meccanismo interessante non solo perché permette di modificare approfonditamente le potenzialità di ciascuna classe, ma anche per la cura maniacale riversata nella creazione e nella modellazione di skin per personaggi e armi, i emblemi e i stendardi, rispettosi dell'iconografia gotica di Warhammer 40.000 e, in particolare, di quella "tecno arturiana" tipica del Capitolo degli Angeli Oscuri. D'altronde la realizzazione grafica del mondo di gioco e di tutto ciò che si muove al suo interno è sempre stato il punto di forza della produzione Streum-On/Cyanide, l'elemento che, anche questa volta, eleva un titolo altrimenti mediocre come Space Hulk: Deathwing - Enhanced Edition poco al di sopra della sufficienza

    Space Hulk: Deathwing Space Hulk: DeathwingVersione Analizzata PlayStation 4L’arrivo di una versione “riveduta e corretta” dopo oltre un anno dall’uscita iniziale, purtroppo, non cambia la sostanza di Space Hulk: Deathwing. Il team ha fatto pochissimo passi avanti in quegli aspetti che avrebbero potuto trasformare il titolo in un prodotto di riferimento per quel che riguarda gli shooter cooperativi. Allo stato attuale si tratta, invece, di un discreto FPS che punta tutto sul connubio fra buona realizzazione grafica e atmosfera. La versione PlayStation 4 Pro si presenta ben ottimizzata, salvo alcuni incomprensibili casi di stuttering, e l’adattamento dei controlli al pad Dual Shock 4 non sfrutta le caratteristiche aggiuntive della periferica. Non essendoci le “agevolazioni” tipiche degli altri FPS convertiti per console, gestire con gli stick analogici di un pad le situazioni in cui si viene attaccati da tutte le direzioni diventa sensibilmente più difficile, in particolare nelle partite in solitaria. Nell’attesa di un’improbabile revisione del comparto multiplayer nel prossimo futuro, o di un seguito che recuperi dove il capostipite non ha soddisfatto, non ci resta che accontentarci di quello che c’è e portare la Volontà dell’Imperatore negli anfratti più oscuri della Olethros.

    6.5

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