Sushi Striker The Way of Sushido Recensione: l'appetito vien mangiando

Il folle puzzle game di Nintendo e Indies Zero arriva su Switch, carico di Sushi e azione frenetica: siete pronti per imboccare la via del Sushido?

Sushi Striker The Way of Sushido Recensione: l'appetito vien mangiando
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  • Switch
  • Sushi Striker è davvero una bestia strana. Annunciato allo scorso E3 per 3DS, abbiamo appreso nel corso del Direct di marzo che sarebbe giunto anche su Switch, ed è proprio questa la versione che andremo ad analizzare. Il titolo sembra essere passato sottotraccia, degnato di poco più di uno sguardo in occasione della convention losangelina e quasi bellamente ignorato dai più. Del resto ad una prima occhiata può sembrare un titolo semplicistico, di quelli che arrivano dal mercato mobile, buono per riempire qualche ritaglio di tempo e poco più. Con una punta di malcelato imbarazzo è doveroso confessare che questa era stata anche la nostra prima impressione. Giocando la produzione sviluppata da Nintendo e Indies Zero ci siamo invece resi conti di quanto ci sbagliassimo: pad (o meglio tablet) alla mano, Sushi Striker ha rivelato una profondità inaspettata, che mai avremmo sospettato di trovare.

    La via del Sushido

    La modalità storia dell'eccentrico puzzle game parte da una contesto narrativo sui generis: il mondo di gioco porta ancora le cicatrici di sanguinose guerre combattute a causa del sushi, a seguito delle quali il malvagio Impero ha soggiogato la Repubblica, riuscendo a bandire per sempre il tipico cibo giapponese. Il protagonista Musashi (disponibile sia veste maschile che femminile), si troverà ben presto invischiato in un nuovo conflitto in cui il nostro biondo eroe sembra essere l'ago della bilancia.

    Se tutto questo vi sembra folle, sappiate che lo è: ogni elemento della produzione trasuda una geniale pazzia di matrice squisitamente nipponica. Lo stile anime è scanzonato e leggero, niente di più adatto a catturare perfettamente la natura di Sushi Striker: sin dalla scena animata introduttiva ci renderemo conto di quanto curata sia la veste grafica, quanto fluide siano le animazioni e quanto amore sia stato riversato in ogni pixel di quest'opera.
    Durante l'avventura, che se vogliamo fungerà da macro-tutorial e da palestra per affrontare le sfide in multiplayer, ci saranno presentate gradualmente tutte le peculiarità di Sushi Striker: l'ossatura del titolo è quella di un puzzle game sulla falsariga dei "match 3". L'obiettivo sarà quello di accoppiare un numero piuttosto elevato di piatti di sushi, a patto che il loro colore sia il medesimo. I piatti si muoveranno sui classici tapis roulant che i frequentatori di ristoranti giapponesi ben conoscono: il "serpentone" trascinerà un interminabile codazzo di nighiri lungo tre file nella nostra metà campo. Sfruttando anche una corsia centrale, che separa la nostra area di gioco da quella dell'avversario posto di fronte a noi, dovremo spostare i piatti in orizzontale, verticale e diagonale: accoppiando i giusti bocconcini potremo mangiare il sushi, accatastare sulla nostra tavola un gran numero di piatti vuoti, e poi lanciarli al nostro contendente per danneggiarlo, fino a sconfiggerlo.
    Questa meccanica è più complessa da spiegare che da assimilare, e almeno sulle prime sembra di navigare in acque del tutto familiari. Perlomeno finché (quasi subito, per la verità) il gioco non decide di sorprenderci con una palla curva, introducendo meccaniche RPG: non solo il nostro protagonista salirà di livello grazie all'esperienza accumulata negli scontri, ma nel corso della nostra avventura faremo amicizia con diversi Spiriti del Sushi, ognuno con un attributo diverso e con una differente abilità che potremo scatenare in battaglia. Potremo schierare fino a tre mostriciattoli, che ci garantiranno dei bonus di varia natura. Questo aspetto, dove l'influenza di Pokémon è evidente, rappresenta un grande incentivo alla rigiocabilità, spingendoci a fare amicizia con tutti gli spiriti e a utilizzarli nei combattimenti per accumulare esperienza, consentendo loro di salire di livello per renderli ancora più potenti.

    Nonostante la presenza di questa componente RPG il gameplay non è assolutamente proibitivo, ed anzi fa dell'intuitività la propria bandiera. A tal proposito, è necessario parlare dei controlli: come ricordavamo in apertura, Sushi Striker fu inizialmente annunciato per il 3DS e la genesi touch del titolo appare più che palese: se sfruttare i controlli fisici non è un'opzione del tutto improponibile, è abbastanza evidente come non sia la modalità più idonea, né la configurazione che gli sviluppatori avevano in mente progettando il titolo. L'immediatezza e la sensazione di controllo sul campo di gioco garantita dal touch screen va purtroppo in una certa misura persa nel caso si decida di utilizzare i Joycon o il Pro Controller, rendendo gli input un po' macchinosi e l'esperienza complessiva un po' più spuntata. Se questo va a scapito di coloro i quali prediligono la configurazione casalinga di Switch, vi rassicuriamo: non è uno scoglio insormontabile, ma certamente richiederà un tempo di adattamento più lungo rispetto quello che dovranno affrontare gli utenti handheld.
    Passando al lato contenutistico: raggiunta una determinata svolta nella storia principale sbloccheremo il Bosco Sacro, un'area in cui potremo migliorare la nostra comprensione delle meccaniche di gioco grazie alle sfide della casa dei rompicapi e da cui accederemo, come era lecito aspettarsi, all'ottima modalità multiplayer, che fa da succulento contorno alla campagna per giocatore singolo.

    Il gameplay alla base è lo stesso della modalità storia, solo che dovremo confrontarci con la tenacia di un giocatore umano, e siamo certi che il comparto multigiocatore farantirà molte ore di divertimento, allungando non poco la longevità del titolo. Oltre alle impostazioni "classiche", ovvero quelle viste nella componente single player sarà possibile confrontarsi con gli amici nelle "sfide bizzarre". In questo caso nel già vario arsenale di piatti a disposizione del nostro Musashi si aggiungono anche i coperchi, che potremo usare per inabilitare temporaneamente l'avversario.
    Concludendo, l'aspetto tecnico è una vera gioia per occhi e orecchie: come abbiamo già rimarcato il comparto grafico è davvero sopra le righe. Tanto lo stile dei personaggi quanto quello delle schermate ricorda a nostro avviso quello dei titoli Atlus (e si tratta di un gran bel complimento). Tra personaggi strampalati, cutscene superbamente animate e un assetto stilistico semplice quanto efficace, Indies Zero e Nintendo hanno davvero fatto centro. Di buon livello il reparto sonoro, con effetti sonori azzeccati e musiche sempre adatte ad accompagnare tanto gli scanzonati scambi di battute quanti i frenetici combattimenti a colpi di sushi. Il titolo presenta inoltre un'ottima traduzione italiana, e un doppiaggio inglese di sorprendente fattura, che sottolinea alla perfezione le fasi salienti dell'avventura senza mai essere sottotono, con voci appropriate e ben caratterizzate.

    Sushi Striker: The Way of Sushido Sushi Striker: The Way of SushidoVersione Analizzata Nintendo SwitchSushi Striker è un titolo sorprendente, esempio lampante della politica virtuosa di Nintendo. La casa di Kyoto sembra aver capito le potenzialità dei titoli a basso budget che tanto successo riscuotono nell'eShop. Pur con un prezzo premium, il titolo Indies Zero, forte di un comparto tecnico notevole, di un gameplay assuefacente e ben strutturato e di una modalità multiplayer che certamente aumenterà la già buona longevità, si presenta come un titolo a cui ogni amante dei puzzle game dovrebbe dare una chance.

    8.5

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