The Walking Dead Final Season: Recensione Episodio 2, Bambini Perduti

Dopo la chiusura del team Telltale Games, il secondo episodio della stagione finale di The Walking Dead potrebbe anche essere l'ultimo.

The Walking Dead Final Season: Recensione Episodio 2, Bambini Perduti
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  • È molto difficile approcciarsi ad un episodio come Bambini Perduti. Occorre avvicinarsi con cautela, senza fretta, proprio come si fa con un vagante. Del resto, anche questa seconda puntata è "un morto che cammina": al momento, rappresenta infatti l'ultimo sigillo di una serie che, a quanto pare, non ha più alcun futuro. La chiusura di Telltale Games ha calato un forte alone di incertezza sulla stagione finale di The Walking Dead. Ora come ora, per gli ultimi due capitoli non è prevista pubblicazione, e che quindi, allo stato attuale, Bambini Perduti segna forzatamente la conclusione dell'avventura di Clem ed AJ. È per questo che risulta alquanto complesso valutare un episodio del genere, chiaramente pensato per fungere da apripista all'ultimo arco narrativo, e che invece si trova a dover salutare i fan di lungo corso, lasciandoli inevitabilmente con un profondo senso di amaro in bocca.
    Ed è un gran peccato, perché le basi per un "addio" dignitoso c'erano tutte: dopo un incipit tiepido ma pieno di buone premesse come Basta Fuggire, questo prosieguo compie un piccolo passo in avanti sul fronte della caratterizzazione dei personaggi: i riflettori non sono più puntati sull'assenza dell'innocenza infantile in un mondo di mostri, ma sulle (atroci) conseguenze - pratiche e morali - del non essere mai stati realmente bambini.

    "I love you, Clem" - "I love you back"

    Sembrava che Clementine e la sua pulce avessero finalmente trovato un luogo sicuro in cui riposare. Una vecchia scuola abbandonata, adibita a rifugio da un gruppetto di ragazzini che hanno creato una piccola società, lontani dagli adulti, al riparo dalle bestie.

    Ma si sa: i mostri, non per forza quelli putrefatti e biascicanti, si nascondono ovunque. Anche nell'animo dei bambini. In base ai nostri insegnamenti, ai consigli che - come una madre - gli abbiamo elargito, AJ reagisce in modi non sempre prevedibili. Bambini Perduti inizia proprio così, costringendoci a fare i conti con gli effetti delle nostre parole, dei nostri suggerimenti: e quel clima di pace che si era creato, comincia a sgretolarsi poco alla volta, e crolla come le certezze, cade a pezzi come le speranze di avere una vita, ed un'anima, migliore. Sotto questo aspetto, quello più intimo e riflessivo, il Final Season di The Walking Dead prosegue con la giusta dose di potenza emotiva, inducendoci a scegliere che tipologia di "sopravvissuto" impersonare, se ancora legato alle leggi del vecchio mondo, o intenzionato a seguire un percorso di adattamento più brutale e selvaggio. Insomma: che tipo di adulto vogliamo diventare? L'ombra dell'indimenticato Lee grava ancora nel cuore di Clementine. Lui le ha insegnato ad amare, e ad uccidere. Quale delle due anime prevarrà? E verso quale sentiero indirizzeremo il giovanissimo AJ? The Final Season ci stimola spesso ad interrogarci su simili quesiti, e ci lascia brancolare nella paura di commettere un errore: mentre le scelte effettuate nel primo episodio scorrevano via con maggiore leggerezza, inconsapevoli della portata delle conseguenze, in Bambini Perduti siamo già pronti al peggio.

    Ed ecco che ci troveremo quindi ad immaginare le nuove regole etiche della società, ad ipotizzare un nuovo spettro di colpevolezza morale: The Walking Dead, in modo più o meno implicito, ci chiede di edificare sul piano ideale le fondamenta del nuovo mondo. Il fatto che questi interrogativi ci vengano proposti proprio mentre ci troviamo tra un manipolo di ragazzini, che incarnano ovviamente il futuro della razza umana, è decisamente emblematico.

    AJ, però, è diverso da Clem, e dagli altri bambini. Lui non conosce il mondo "com'era prima", perché è nato e cresciuto tra i vaganti: è una materia grezza, da plasmare secondo le vecchie o le nuove leggi. Toccherà a noi l'arduo compito di non generare altri mostri e salvaguardare quel che resta dell'umanità. Inscenando dilemmi esistenziali accennati con eleganza, Bambini Perduti compie un buon lavoro sul piano della scrittura, e si prodiga nell'approfondire i tratti caratteriali di quei personaggi che, nello scorso episodio, non avevano trovato il giusto spazio.

    Le relazioni che si creeranno con i vari membri del gruppo dipenderanno per lo più dalle nostre risposte, ma nel complesso l'impressione, come sempre, è che il canovaccio segua un pattern ben scandito, del quale noi potremo modificare soprattutto le azioni delle pedine. Il problema è che, al di là di qualche frangente più ispirato, nell'insieme Bambini Perduti viaggia ancora una volta su binari facilmente intercettabili dall'utenza più navigata: la prevedibilità è dietro l'angolo, ed alcune scelte che affronteremo ci suggeriranno palesemente a quali saranno le conseguenze delle nostre azioni sul lungo termine. La sceneggiatura, sul finale dell'episodio, non fa nulla per smentirci, ed anzi sembra accelerare un po' il ritmo per rientrare nelle canoniche due ore di durata. L'episodio, in sostanza, si prende il suo tempo per arricchire il profilo di alcuni ragazzi, mette in secondo piano altri esponenti della combriccola, ridotti a semplici comparse, ed inoltre introduce anche ulteriori personaggi nel cast. Pur senza dosare benissimo le tempistiche di presentazione, Bambini Perduti riesce comunque nell'intento che si era prefissato: spianare la strada per intriganti risvolti narrativi. Che forse non arriveranno mai...

    The Walking Dead: Final Season The Walking Dead: Final SeasonVersione Analizzata PCTra momenti più action, sequenze di prepotente violenza ed istanti pregni di malinconia e romanticismo, The Walking Dead: The Final Season giunge al suo secondo e (attualmente) ultimo atto. L'educazione alla sopravvivenza di Alvin Jr. resta l'aspetto più interessante della produzione, che inizia ad affilare le lame della sua sceneggiatura. Più che contro gli zombie, questa volta i protagonisti dovranno vedersela con un altro tipo di mostruosità, forse ancora più pericolosa: gli adulti. Le aspettative per un mondo migliore non nascono tanto dalla scomparsa dei morti viventi, quanto dal desiderio di forgiare una generazione lontana dalla spietatezza e dalla crudeltà di quella che l'ha preceduta. Non sappiamo se l'opera di Telltale verrà salvata dall'oblio nella quale riversa, così da permetterci di condurre per mano Clem ed AJ verso il futuro che meriterebbero. La speranza, un po' come i vaganti, è l'ultima a morire...

    7

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