Zanki Zero Last Beginning Recensione: un surival GDR sopra le righe

Gli autori di Danganronpa portano sui nostri scaffali un gioco di ruolo atipico, con un'impronta survival: ecco la nostra recensione.

Zanki Zero Last Beginning Recensione: un surival GDR sopra le righe
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Disponibile per
  • PSVita
  • Pc
  • PS4
  • Zanki Zero Last Beginning è l'ultima fatica di Spike Chunsoft, team dal prolifico passato in giochi dalle meccaniche strettamente legate al concetto di "light novel" giapponese. Come la celebre saga di Danganronpa, Zanki Zero cerca di mettere il giocatore al centro di una vicenda piena di misteri da svelare e lo catapulta in situazioni al limite del reale: tutte manifestazioni di una forte identità stilistica, elemento di fondamentale importanza per creare legami empatici con i personaggi e le loro vicessitudini. In questo caso, gli elementi di mistero hanno una presenza predominante nello svolgimento della trama fin dalle prime battute del gioco, interlacciati con un gameplay pieno di spunti interessanti e meccaniche spesso lontane dagli standard consolidati del mercato. Una caratterizzazione che fa di Zanki Zero un gioco con una spiccata personalità votata a superare barriere narrative e a giocare con stereotipi e regole dell'industria ma, allo stesso tempo, lo rende un prodotto non adatto a tutti i palati. Cerchiamo di capire perché.

    Per l'umanità!

    Il gioco si apre con una scena di forte impatto: sul tetto del palazzo di un'azienda pubblicitaria di successo, Hiroki Haruto, il primo protagonista dell'opera, è deciso a porre fine alla sua vita. Dopo gli ultimi pensieri carichi di rimorso, il lancio fatale porta a una conclusione inaspettata, accompagnata dal suono di un tuffo. Risvegliatosi su un'isola deserta, Haruto fa subito la conoscenza degli altri sette personaggi principali del titolo, mentre al giocatore viene rivelata una scioccante verità: in qualche modo, all'improvviso, l'umanità è giunta al suo termine.

    Su Gareki island, teatro della storia, ha dunque inizio l'avventura degli ultimi otto membri del genere umano. Come se questo preambolo non fosse già sufficientemente straniante, qualche istante dopo le mascotte di un programma televisivo - dell'unica TV funzionante sull'isola, malgrado l'assenza di corrente elettrica - ci avvertono che i protagonisti non sono semplici umani, bensì cloni con solo tredici giorni di vita rimasti. Durante questo breve periodo, i protagonisti attraverseranno rapidamente le tre principali fasi della vita (bambino, adulto, anziano), ognuna caratterizzata da effetti decisamente rilevanti sul gameplay e sulle abilità in dotazione al cast. Al termine del tredicesimo giorno di vita ogni personaggio è destinato a morire, per poi rinascere sotto forma di un nuovo clone bambino. Affrontare la morte in tutte le sue sfaccettature assume è quindi un tema di importanza centrale nel titolo: tutto sembra vertere attorno al decesso, che sia reale, virtuale o contestualmente necessario. Non solo il giocatore è obbligato ad accettare questo ciclo come base della narrazione, ma la morte diviene anche un elemento di gameplay imprescindibile.

    Bisognerà fare molta attenzione ai giorni di vita mancanti di ogni personaggio e, strano a dirsi, la morte potrà anche essere utilizzata a proprio favore, almeno fin quando si avrà uno degli otto personaggi ancora in piedi, visto che, in caso contrario, si andrà incontro al game over.

    Capre, capre, capre

    In termini strettamente ludici, Zanki Zero è un ibrido tra dungeon crawler, gioco di ruolo e microgestionale. E' sicuramente difficile inquadrare il gioco in un genere specifico, soprattutto per la forte componente di light novel che influisce su ogni aspetto del gameplay: un bacino che raccoglie una lunga serie di mini-game. Punto fondamentale è l'esplorazione del dungeon, il luogo in cui si cercano materiali, e si scoprono i misteri riguardanti l'isola, il destino dell'umanità e le storie di ogni singolo personaggio.

    In queste fasi il giocatore di muove con una visuale in prima persona in ambienti divisi in caselle, nello stile classico dei dungeon crawler nipponici, dove è possibile interagire con oggetti, risolvere puzzle o combattere con gli inospitali abitanti dell'isola. Capre, animali selvatici, alieni saranno gli avversari che potranno essere affrontati in combattimenti portati avanti con un sistema simile all'Active Time Battle dei vecchi Final Fantasy. La scarsa mobilità dei personaggi all'interno degli spazi di gioco, a tratti frustrante, contribuisce a rendere potenzialmente ostici anche i combattimenti più semplici, specialmente se non si hanno bene in mente le caratteristiche del terreno di scontro. Farsi trovare impreparati durante gli scontri, e subire ingenti danni, può avere delle ripercussioni importanti sull'andamento dell'esplorazione, costringendo il giocatore a fare ritorno alla base per riprendersi prima di poter continuare il dungeon. Risulta quindi necessario valutare bene - preferibilmente in anticipo - ogni mossa, cercando di bilanciare al meglio il desiderio di esplorare ogni anfratto con l'imperativo della sopravvivenza.

    Morire o rinascere, questo è il dilemma

    Come anticipato, quindi, parte dell'esperienza offerta da Zanki Zero ha connotazioni squisitamente micro-gestionali che per certi versi avvicinano il gioco al genere dei survival game, con tutta una serie di parametri di cui tenere debito conto, come fame e stress. Sarà quindi necessario tenere d'occhio indicatori come quello della fame, da ripristinare cuocendo all'occorrenza la carne degli animali affrontati nel dungeon, sebbene non sempre sarà facile gestire al meglio le necessità dei personaggi.

    Lo stimolo ad andare di corpo, ad esempio, non offre un vero e proprio indicatore, e si renderà dunque necessario costruire toilette sull'isola per rispondere tempestivamente all'insorgere di repentine necessità biologiche. In caso contrario, non solo il personaggio subirà un'impennata del proprio livello di stress, ma l'odore generato finirà con l'attirare animali e mostri selvatici.

    Zanki Zero sembra in sostanza essere un gioco pieno di "meccaniche a doppio taglio", elementi che possono agevolare l'avventura o renderla veramente ostica. Un'altra dinamica che rispecchia la peculiare identità del prodotto è l'attacco speciale Clone, un assalto molto potente in grado di sbaragliare facilmente qualsiasi nemico, ma con l'effetto collaterale di risucchiare la vita dell'utilizzatore accelerando la sua corsa verso una morte prematura. Ancora, Spike Chunsoft confeziona un prodotto difficilmente decodificabile, dove ogni scelta di gameplay ha un effetto piuttosto consistente sull'andamento della partita.

    Zanki Zero Last Beginning Zanki Zero Last BeginningVersione Analizzata PlayStation 4Zanki Zero è un meltin’ pot di generi, di influenze, di idee e teorie, dove ogni elemento ha una sua ponderata importanza nel quadro del gameplay. Di centrale importanza è sicuramente il comparto narrativo del gioco che, frutto dell'esperienza maturata dal team nell'ambito delle light novel, risalta senza dubbio per coraggio e originalità, e finisce per offrire uno stimolo continuo al giocatore, desideroso di saperne di più sui misteri che coinvolgono l'isola e i suoi abitanti. A questa ispirata componente narrativa si contrappone un gameplay non meno eccentrico, ma difficile da digerire per gli stomaci meno abituati dungeon crawlers o RPG di vecchia data, Anche la componente gestionale da una parte arricchisce l’opera donandole un interessante profilo strategico, dall’altra crea un muro fatto di dinamiche old school piuttosto ostiche. Si tratta, in definitiva, di un prodotto caratterizzato da tante meccaniche interessanti, ma solo se prese singolarmente. Nella sua totalità, Zanki Zero risente di un comparto tecnico e di un game design fin troppo legati a stilemi del passato, che lo rendono un titolo consigliabile solo ad una piccola fetta di pubblico: quella popolata dagli amanti di questo specifico genere di esperienze.

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